Dendoncker, il nuovo gioiello dell’Anderlecht

E’ un mediano, ha 20 anni, è belga ed è uno dei talenti del club di Bruxelles, primo in classifica e trascinato da Okaka, capocannoniere del campionato con sette gol.
Dendoncker, il nuovo gioiello dell’Anderlecht
Stefano Chioffi
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ROMA - Trascinato da Stefano Okaka, capocannoniere del campionato belga con sette gol in undici partite, l’Anderlecht è primo in classifica, progetta la conquista dello “scudetto” numero 34 e può vantare il centrocampo più giovane e corteggiato a livello europeo: dai mediani Leander Dendoncker (1995) e Youri Tielemans (1997) alla mezzala Dennis Praet (1994). Allenato da Besnik Hasi, passaporto albanese, un titolo e una Supercoppa nel 2014, contratto per altre due stagioni, rivelazione della “Jupiler Pro League” con il suo 4-4-2, l’Anderlecht ha sistemato il bilancio in estate cedendo il centravanti serbo Aleksandar Mitrovic al Newcastle per quasi diciannove milioni di euro e spendendone appena tre per Okaka, che ha lasciato la Sampdoria tra strappi e polemiche con i dirigenti, stregando subito i suoi nuovi tifosi, anche grazie al gol che ha deciso in Europa League la sfida in casa con il Tottenham (2-1).

I GRANDI CLUB - Okaka gioca spesso con i guanti, a causa del freddo di Bruxelles, e si sta divertendo negli schemi di Hasi, che ha saputo moltiplicare in passato anche il valore di altri giocatori come Mitrovic e il difensore congolese Chancel Mbemba, passato anche lui al Newcastle per dodici milioni di euro. Ma il patrimonio più prezioso dell’Anderlecht va ricercato a centrocampo. Praet è stato seguito anche dalla Juve e dall’Inter, ma in prima fila ci sono l’Arsenal e il Valencia. Tielemans, blindato con un contratto fino al 2020, piace molto al Manchester United. E il ventaglio dei tesori si è arricchito ora di un mediano, Dendoncker, vent’anni, che sta dimostrando maturità e saggezza tattica. Si chiama Leander, è nato a Passenedale, ha cominciato a giocare nella scuola-calcio del suo paese e poi ha superato il provino con il Roeslare.

LA STORIA - Nel 2009 è entrato nella scuola dell’Anderlecht. Ha già disputato cinquantatré partite da professionista e ha segnato tre gol. Dendoncker è alto un metro e 88, si muove davanti alla difesa, recupera tanti palloni e li distribuisce con logica. Ritmo, personalità, visione di gioco, forza nei contrasti. Dieci gare da titolare in questo campionato, una partendo dalla panchina. Ha saltato solo l’appuntamento con il Lokeren. In caso di emergenza, Hasi lo ha arretrato sulla linea dei difensori, ottenendo sempre risposte convincenti: è capitato nelle prime tre giornate contro il Waasland-Beveren, il Leuven e il Gent, che ha vinto a sorpresa lo scorso campionato.

L’EUROPA LEAGUE - Dendoncker si è messo in luce anche in Europa League nell’ultima partita con il Tottenham, quando Hasi ha scelto come modulo il 4-1-4-1 e ha chiesto al giovane mediano di proteggere i due centrali, il senegalese Kara (1989) e il belga Olivier Deschacht (1981). Dendoncker si è legato all’Anderlecht per altri quattro anni e mezzo, fino al 2020. Hasi lo ha pescato nel settore giovanile dell’Anderlecht, dove il centrocampista era stato allenato da René Peeters, perdendo in finale (contro il Milan di Pippo Inzaghi), nel 2014, il Torneo di Viareggio, e segnando un gol nella semifinale con il Palermo.


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