Meli, corsa e pressing nel Boca Juniors di Tevez

E’ un mediano, ha 23 anni, è argentino e ha vinto il titolo e la coppa nazionale con la squadra dell’ex juventino. E’ arrivato dal Colon nel 2014.
Meli, corsa e pressing nel Boca Juniors di Tevez
Stefano Chioffi
4 min

ROMA - C’è l’impronta magica di Carlitos Tevez, collezionista di “scudetti”, già otto in carriera, sul titolo appena vinto dal Boca Juniors, che era alla finestra da sei anni, dal 2009: dodici presenze in “Primera Division”, dieci successi, cinque gol, due assist, una media di 2,45 punti a partita dopo il suo ritorno a Buenos Aires, 981 minuti in campo. La sua specialità? Spostare l’ago della bilancia. Tre campionati conquistati in Inghilterra (due con il Manchester United e uno con il City), un trionfo in Brasile con il Corinthians, la doppietta in Italia con la Juve, dove è diventato presto un rimpianto, e in Argentina con il Boca Juniors, a cui aveva regalato già un Torneo di Apertura nel 2003, prima di traslocare in Brasile con Javier Mascherano e più avanti in Europa.

I CINQUE GOL - La marcia in più, anche stavolta, è stato Tevez, manifesto di una squadra che si è ripresa il potere in “Primera Division”. Un gol all’Union Santa Fe, uno al Godoy Cruz, due all’Argentinos Juniors e uno al Banfield. Classe, intelligenza, carisma da campioni con la filigrana. E dopo il titolo, a distanza di settantadue ore, si è tolto anche la soddisfazione di consegnare ai tifosi gialloblù la Coppa d’Argentina, vinta in finale contro il Rosario Central per 2-0 con i gol di Lodeiro e Chavez.

LA SCELTA - Un altro timbro, per Tevez, riportato al Boca in estate dal presidente Daniel Angelici dopo undici anni. Una scelta di cuore, quella di Carlitos, che avrebbe guadagnato di più nella Juve. Attaccante da copertina e leader. Un traino decisivo per il Boca, allenato dall’ex difensore Rodolfo Arruabarrena, soprannominato “el vasco” per le sue origini basche, primo tecnico - cresciuto nel vivaio degli xeneizes - a centrare il titolo. Arruabarrena aveva cominciato la stagione con il 4-2-3-1, prima di virare sul 4-4-2 dopo l’arrivo di Tevez.

IL BLOCCO - L’esperienza di Orion tra i pali, la spinta sulle fasce di Peruzzi e Monzon, entrambi ex Catania. Un centrocampo di maratoneti con Erbes, Meli e Perez, la saggezza di Gago (bloccato poi da un infortunio al tendine d’achille), l’estro del trequartista uruguaiano Lodeiro, la classe di Calleri (inseguito dal Palermo nei mesi scorsi e autore di quindici gol tra coppe e campionato), tanti giovani talenti come Bentancur e Cubas, Cristaldo e Pavon. Tevez è stato il faraone di questa squadra, che ha trovato la sua forza anche nel pressing e nel dinamismo dei suoi mediani. Tra i protagonisti c’è stato Cesar Meli, ventitré anni, corsa e spirito di sacrificio, centrale classico, che ha regalato benzina ed energia al Boca Juniors nelle giornate più faticose.

I NUMERI - Ventuno presenze e tre gol in campionato, una doppietta all’Huracan e una rete al Godoy Cruz. Meli è nato a Salto il 20 giugno del 1992, è alto un metro e 77, è un destro naturale, è costato al Boca mezzo milione di euro nell’estate del 2014. E’ arrivato dal Colon, dove è stato scoperto e valorizzato da Nestor Sensini, ex jolly di Udinese, Parma e Lazio. Ora vale quattro milioni di euro, piace al Valencia e al Siviglia, ma anche al Benfica. Forte nei contrasti, rapido, discreto in fase di appoggio e di impostazione della manovra. Nel 2014 era entrato nella Top 11 del campionato. Grinta e continuità di rendimento, un feeling particolare con Gago: Meli fa filtro davanti alla difesa e prova l’inserimento. Mediano o mezzala, ma anche terzino destro in caso di necessità.


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