Pape Cheikh, dall’infanzia in Senegal alla convocazione nella Spagna Under 19

E' un centrocampista, è nato a Dakar, ha 19 anni, gioca nel Celta e ha il doppio passaporto. Compagno di Pepito Rossi, è una delle scoperte della Liga. E ha già firmato un contratto fino al 2020
Pape Cheikh, dall’infanzia in Senegal alla convocazione nella Spagna Under 19
Stefano Chioffi
4 min

ROMA - In Senegal aveva lasciato la scuola: «Prendevo lo zaino, salutavo mia madre e salivo sul pullman, però non mi presentavo in classe e andavo a giocare a pallone, senza che lei lo sapesse», ha raccontato qualche tempo fa al giornale “El Norte de Castilla”. In Spagna, a Palencia, ha riaperto i libri: a quattordici anni è entrato in un collegio, dove ha ricominciato a studiare e ha portato avanti il suo sogno, quello di diventare un calciatore. Una storia di povertà e riscatto, quella di Pape Cheikh, centrocampista, classe 1997, già lanciato nella Liga dal Celta: tra i suoi compagni, a Vigo, c’è anche Pepito Rossi, quattro presenze e un gol all’Espanyol. Senegalese di nascita e in possesso anche del passaporto spagnolo. Corteggiato da due federazioni: la Spagna lo ha convocato nell’Under 19 (guidata da Luis de la Fuente) e con Pape Cheick ha vinto nel 2015 l’Europeo di categoria in Grecia, battendo in finale la Russia (2-0). Ma il Senegal è in pressing, lo cerca con insistenza. E vuole convincerlo a cambiare maglia, proprio come il laziale Keita, nato in Catalogna da genitori senegalesi. 

IL CENTRO DI FORMAZIONE - Sulle montagne di Palencia,730 metri di altitudine, distante 230 chilometri da Madrid, ha iniziato a farsi conoscere, entrando nel “Club Internacional de la Amistad”: sei campi, istruttori e allenatori, con l’obiettivo di agevolare l’inserimento dei giovani stranieri attraverso lo sport e il calcio. Non solo pallone, però: anche ore di scuola, lezioni di spagnolo, compiti in classe. Divertimento e cultura: ecco il binomio. E’ così che Pape Cheikh si è restituito un futuro. A portarlo in Spagna, come ha raccontato spesso nelle sue interviste, è stato uno zio, manager di alcuni giocatori di basket. Da Dakar alla Liga, dopo un percorso pieno di curve.

LE CARATTERISTICHE - E’ un mediano, ma ha il passo e la tecnica della mezzala. A Palencia, nel “Club Internacional de la Amistad”, si ferma un anno. Poi viene tesserato dal Montañeros, che gli permette di partecipare al campionato locale di Castilla e Leon. Convince i suoi tecnici, il suo nome comincia a girare tra i talent scout spagnoli, arriva la convocazione in una selezione baby della Galizia. Ed è in quella occasione che i dirigenti del Celta Vigo lo scoprono e gli offrono un posto nella “cantera”. Pape Cheikh Diop è nato a Dakar l’8 agosto del 1997, è alto un metro e 78, in campo usa soprattutto il piede destro e ha firmato con il Celta un contratto fino al 2020, dopo che lo avevano cercato alcuni club di Premier League. Difende, costruisce l’azione, si inserisce sulla trequarti, inventa il passaggio filtrante, l’assist. 

IL MAESTRO ARGENTINO - Ha esordito nella Liga il 12 dicembre del 2015 contro l’Espanyol (1-0, gol di Iago Aspas). A promuoverlo è stato Eduardo Berizzo, tecnico argentino, ex difensore del River Plate e del Celta. Sei presenze nello scorso campionato, cinquantasei minuti in campo, partendo sempre dalla panchina. Due partite anche in Coppa del Re. E in questa stagione è stato in vetrina già due volte: tredici minuti contro il Real Madrid e quattro con l’Atletico di Simeone. Berizzo lo aveva convocato anche per la gara con il Barcellona, vinta per 4-3 il 2 ottobre, prima della sosta: Pape Cheikh, maglia numero 28, faceva parte del blocco delle riserve. Si allena un po’ con la prima squadra e un po’ con il Celta B, guidato da Alejandro Menendez. 


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