Jung, il mediano dell’Amburgo che sfida Ancelotti nel giorno delle 1.000 panchine

Ha ventidue anni, è tedesco, gioca davanti alla difesa accanto al brasiliano Walace ed è diventato uno dei nuovi titolari del tecnico Gisdol, che ha conquistato sedici punti nelle ultime nove giornate e sta provando a evitare la prima retrocessione nella storia dell'Amburgo (ora terz'ultimo). Domani l'esame con il Bayern di Ancelotti, che taglierà il traguardo delle mille panchine in carriera
Jung, il mediano dell’Amburgo che sfida Ancelotti nel giorno delle 1.000 panchine
Stefano Chioffi
4 min

ROMA - Mille panchine in carriera per Carlo Ancelotti, un viaggio cominciato nella Reggiana quasi ventidue anni fa, nel 1995, centrando subito la promozione in serie A: in porta c’era Ballotta, i terzini erano il belga Grün e Tonetto, mentre il centravanti era il russo Simutenkov. Evento speciale per il tecnico italiano del Bayern Monaco, che può vincere il quarto campionato in Europa, dopo i titoli con il Milan, il Chelsea e il Paris Saint Germain. Ma nella sua collezione, adesso, non vuole infilare solo la Bundesliga. La sua specialità è la Champions, che ha alzato due volte con il Milan e una con il Real Madrid. Tre trionfi, un record che condivide con l’inglese Bob Paisley, monumento del Liverpool.

591 VITTORIE - Il suo bilancio? Diciotto trofei, 999 partite, 591 vittorie, una percentuale di successi del 59%. L’Amburgo, domani pomeriggio, proverà a rovinare la festa ad Ancelotti e anche al centravanti Robert Lewandowski, che ha appena raggiunto a quota 137 gol in campionato il mitico Uwe Seeler, 43 reti nella Germania Ovest, 8 titoli di capocannoniere proprio con l’Amburgo, una medaglia d’argento al Mondiale del 1966 in Inghilterra e una di bronzo nel Mondiale del 1970 in Messico. L’Amburgo, allenato da Markus Gisdol, occupa il terz’ultimo posto in classifica, ma è una delle squadre più in forma della Bundesliga: ha conquistato sedici punti nelle ultime nove giornate ed è imbattuto da tre turni (due vittorie e un pareggio). Solo il Bayern, nello stesso periodo, ha viaggiato a un ritmo più forte: ventitré punti.

L’OBIETTIVO - Gisdol si è preso un impegno: evitare all’Amburgo la prima retrecessione da quando è nata, nel 1963, la Bundesliga. E’ stato ingaggiato lo scorso 21 settembre, ha debuttato alla quinta giornata di campionato sostituendo Bruno Labbadia, che aveva raccolto un punto in quattro partite. Gisdol ha aiutato l’Amburgo a uscire dal tunnel: dal 4 dicembre, in nove partite, sono arrivate cinque vittorie. Il modulo è il 4-2-3-1. Adler in porta, il giapponese Sakai e Ostrzolek sulle fasce, il greco Papadopoulos e l’albanese Mavraj al centro della difesa. Due mediani: Jung e il brasiliano Walace, preso a gennaio dal Gremio. Tre mezzepunte: Diekmeier, Holtby e il serbo Kostic si muovono alle spalle del centravanti di manovra Hunt.

LA DIGA - La chiave del rilancio va ricercata a centrocampo. Walace ha superato subito l’esame in Bundesliga, salendo in cattedra con una regia ordinata. L’altra grande sorpresa è rappresentata da Gideon Jung, ventidue anni (12 settembre 1994), tedesco di Düsseldorf, origini ghanesi, seguito con attenzione in passato da Horst Hrubesch e dal Stefan Kuntz, i due selezionatori che si sono dati il cambio alla guida della Germania Under 21. Jung nasce difensore centrale, ma è nella posizione di mediano che il suo rendimento è cresciuto. Forza atletica, filtro, pressing: ha contribuito a restituire equilibrio al 4-2-3-1 di Gisdol. E’ alto un metro e 89, è un destro naturale, ha disputato diciotto partite in questo campionato, arretrando a volte sulla linea dei difensori. Ha trovato subito la sintonia con Walace, inseguito in estate dalla Lazio: hanno caratteristiche differenti, si completano. Ha un contratto con l’Amburgo fino al 2020. Domani avrà il compito di frenare i blitz dell’ex juventino Vidal. Ha cominciato nel settore giovanile del Baumberg. L’Amburgo lo ha scoperto tre anni fa nel Rot-Weiss Oberhausen. Ha giocato in totale 41 partite: un gol (in Coppa di Germania al Colonia) e due assist.


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