Soler, che show con Zaza e Rodrigo: è un Valencia da record

Esterno o mezzapunta, 20 anni, spagnolo, nazionale Under 21, viene considerato l'erede di David Silva: è una delle chiavi della scalata del Valencia, secondo dietro al Barça con 30 punti dopo 12 giornate, migliore partenza in campionato nella storia del club
Soler, che show con Zaza e Rodrigo: è un Valencia da record
Stefano Chioffi
4 min

ROMA - E’ il Valencia delle meraviglie: trenta punti in dodici partite, nessuna sconfitta (come il Barcellona e l’Atletico Madrid), migliore partenza in campionato nella sua storia, otto vittorie consecutive nella Liga e un tandem d’attacco che ha garantito finora un fatturato di sedici gol (nove li ha firmati Zaza e sette Rodrigo). La chiave della grande metamorfosi è in panchina: Marcelino, classe 1965, 4-4-2 e carattere spigoloso, ha trasformato una squadra che un anno fa, nello stesso periodo, era quint’ultima a quota 11 e aveva già cambiato tre allenatori (Pako Ayestaran, Voro Gonzalez e Cesare Prandelli). Ora il Valencia è secondo e si prepara all’esame con il Barcellona, che domenica sera (ore 20.45) sarà di scena al Mestalla ed è primo con trentaquattro punti. 

L’OFFERTA DELL’INTER - Convocato a Milano nel novembre del 2016 dalla proprietà cinese dell’Inter prima che Suning virasse su Pioli, Marcelino si era già distinto nel Villarreal, centrando un quarto posto e una semifinale di Europa League nel 2016. Ha ridisegnato il Valencia con il 4-4-2 e il 4-1-4-1, marchi di fabbrica del tecnico di Villaviciosa, asturiano come Luis Enrique e in grado da sempre di far fruttare bene i soldi dei suoi presidenti. A suggerirlo al Valencia è stato Jorge Mendes, il potente manager portoghese che sviluppa un volume d’affari di circa 400 milioni di euro con la sua GestiFute. Mendes è il primo consigliere dell’azionista di riferimento Peter Lim, imprenditore di Singapore e proprietario della società spagnola dal 2014.

DA ZAZA A KONDOGBIA - Marcelino ha rigenerato Zaza, ma ha saouto ricostruire anche l’ex interista Kondogbia, tornato a recitare un copione da protagonista come ai tempi del Monaco, e l’esterno Gonçalo Guedes, finito ai margini del Paris Saint Germain. Il francese è stato preso alla fine di agosto in prestito con diritto di riscatto. Marcelino ha rilanciato tanti giocatori, alcuni dei quali messi in un angolo dal calcio italiano. E non c’è solo il caso di Kondogbia, autore finora di tre gol nella Liga, l’ultimo dei quali domenica sul campo dell’Espanyol. In porta c’è Neto, che si aspettava maggiore fiducia nella Juve dopo il divorzio con la Fiorentina. Il terzino destro è Montoya e uno dei centrali è il colombiano Murillo, lasciati andare via anche loro dall’Inter. 

LA STRUTTURA - Eccolo il nuovo Valencia, pilotato in difesa dall’argentino Garay e a centrocampo da Parejo, regista nel 4-4-2 di Marcelino. Prezioso il lavoro sulle fasce del brasiliano Andreas Pereira, arrivato in prestito dal Manchester United, e del mancino Gayà (1995). Un ampio ventaglio di alternative, una rosa arricchita da diversi giovani come il terzino Toni Lato (1997), il difensore centrale Ruben Vezo (1994), la mezzala serba Nemanja Maksimovic (1995) e la punta Santi Mina (1995), cinque gol in 384 minuti giocati in campionato. 

SCUOLA VALENCIA - Una gioventù, quella del Valencia, che si sta facendo largo nel pieno rispetto di una tradizione brillante: David Silva, Isco e Paco Alcacer provengono da questa scuola. E Carlos Soler, pedina decisiva nello scacchiere attuale, è un’altra delle espressioni del cambiamento condotto da Marcelino. Ala oppure trequartista: è un prodotto della “cantera”, Soler, vent’anni, un metro e 80, 72 chili, nazionale Under 21, destro naturale, magie e colpi eleganti, rapidità e fantasia, dodici presenze (undici da titolare) e un gol (nel 2-2 con il Real Madrid), quattro assist, un contratto fino al 2021 e una spiccata somiglianza con David Silva. 

L’EVOLUZIONE - Con Marcelino ha compiuto il salto di qualità, ma già con Voro - nella passata stagione - si era fatto apprezzare: ventitré gare e tre gol (al Villarreal, al Deportivo Alaves e al Celta). E’ nato a Valencia il 2 gennaio del 1997, studia Giornalismo all’Università. Tesoro e tifoso del Valencia, una carriera sbocciata con questa maglia, dopo averla cominciata nel Bonrepos, quando da bambino lo accompagnava al campo di allenamento il nonno Rafael. Fu scoperto nel 2005 durante il Trofeo “Pepe Valls”. Ora è il nuovo idolo del Mestalla. Lo segue il Manchester United, José Mourinho è uno dei suoi sponsor e prepara un’offerta da 45 milioni di euro.


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