Tsygankov, l’ala della Dinamo Kiev lancia la sfida alla Lazio

Ha vent'anni, è mancino, ha segnato otto gol in campionato e due in Europa League. E' stato già convocato nella nazionale ucraina dal ct Shevchenko.
Tsygankov, l’ala della Dinamo Kiev lancia la sfida alla Lazio
Stefano Chioffi
4 min

ROMA - Prima di infilarsi la tuta da allenatore e diventare un integralista del 4-4-2, creando le basi per una carriera prestigiosa, Valeri Lobanovski si era laureato in ingegneria meccanica ed era stato colonnello dell’Armata Rossa. E quel grado sulla divisa avrebbe ispirato presto il suo soprannome nell’ambiente del calcio: lo chiamavano il “colonnello”, metodi rigidi, regole, poco dialogo. Lobanovski ha insegnato schemi nell’epoca in cui il pallone non era ancora computer e tecnologia. Prendeva appunti sul quaderno, usava il gesso alla lavagna per assegnare compiti ai suoi giocatori. Rimane il simbolo della Dinamo Kiev, anche a distanza di quasi sedici anni dalla sua morte. Dodici scudetti, sette nel vecchio campionato dell’Unione Sovietica e cinque in Ucraina, due Coppe delle Coppe, trenta trofei in panchina e una medaglia d’argento alla guida dell’Urss all’Europeo del 1988 in Germania, vinto in finale dall’Olanda di Marco Van Basten, Ruud Gullit e Frank Rijkaard. 

LABORATORIO URSS - Era la nazionale di Rinat Dasaev, di Olexandr Zavarov, Oleh Protasov, Oleksiy Mykhailychenko, Sergei Aleinikov e Igor Belanov, premiato con il Pallone d’Oro nel 1986 davanti a Gary Lineker (Everton/Barcellona) ed Emilio Butragueño (Real Madrid). Lobanovski ha cresciuto i migliori talenti del calcio ucraino: da Oleh Blochin, altro Pallone d’Oro (nel 1975, raccogliendo più voti di Franz Beckenbauer del Bayern Monaco e Johan Cruyff del Barcellona), all’ex milanista Andriy Shevchenko, eletto miglior giocatore del calcio europeo nel 2004 con 175 preferenze (al secondo posto si piazzò Deco del Porto/Barcellona e al terzo Ronaldinho del Barcellona).

L’EUROPA LEAGUE - La Dinamo Kiev, quindici titoli (l’ultimo nel 2016), è allenata adesso da Aljaksandr Chackevic, passaporto bielorusso. E non naviga più nell’oro che aveva conosciuto ai tempi di Lobanovski. E’ arrivata, però, fino agli ottavi di Europa League e adesso si prepara ad affrontare la Lazio. Ha chiuso al primo posto la fase a gironi con tredici punti: faceva parte del gruppo B con lo Skënderbeu, il Partizan Belgrado e lo Young Boys. Nei sedicesimi ha eliminato l’Aek Atene. 

LA SORPRESA - C’è attesa per la sfida con la Lazio: la gara d’andata è in programma a Roma giovedì 8 marzo. E’ un’altra Dinamo Kiev rispetto a quella che Lobanovski aveva saputo consegnare agli almanacchi. Ma nel rispetto della sua storia, ha appena tirato fuori dal vivaio un altro giovane di valore: Viktor Tsygankov, vent’anni, mancino, ala, un metro e 77, otto gol e quattro assist nella “Prem'ier-Liha”, oltre a due reti e a tre assist in Europa League. 

L’IDENTIKIT - E’ nato il 15 novembre del 1997 a Nahariya, in Israele, mentre il padre Vitaliy giocava nell’Hapoel Tayibe, ma è ucraino. E’ stato scoperto e valorizzato in passato dal tecnico Serhij Rebrov, è una punta esterna da 4-3-3 oppure da 4-2-3-1. Difende bene il pallone, trova spesso il lampo per liberarsi e accentrarsi, ha buoni fondamentali, usa con disinvoltura anche il piede destro ed è stato già convocato in nazionale dal ct Shevchenko, chiamato dalla federazione alla metà di luglio del 2016 al posto di Mikhail Fomenko. 

IL PARAGONE - Il presidente Ihor Surkis lo ha paragonato proprio a Sheva: «E’ raro vedere un giocatore della sua età così maturo. E’ della stessa pasta dell’ex milanista», ha detto al sito dell’Uefa. E’ entrato nel settore giovanile della Dinamo Kiev nel 2010. Ha avuto già modo di farsi ammirare anche in Champions, durante la stagione passata: era sceso in campo due volte contro il Napoli di Sarri e aveva segnato un gol al Besiktas. Il suo idolo è Mario Götze, trequartista tedesco del Borussia Dortmund.


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