Willock e la generazione d’oro lanciata da Wenger

Mezzala, classe 1999, è un'altra delle scoperte del tecnico francese, che lascerà alla fine di giugno la panchina dell'Arsenal dopo ventidue anni.
Willock e la generazione d’oro lanciata da Wenger
Stefano Chioffi
4 min

ROMA - «Merci, Arséne». Un tweet che è un manifesto pieno di affetto, stima e riconoscenza. E’ stato salutato così, Wenger, dai dirigenti dell’Arsenal. L’abbraccio più bello, il ringraziamento per ventidue anni di lavoro: 1.228 partite tra coppe e campionato, 704 vittorie, 279 pareggi, 245 sconfitte, tre titoli in Premier, sette Coppe d’Inghilterra, sette Charity/Community Shield. Una storia cominciata nel 1996, un’avventura speciale. Prima il fascino di Highbury, ora l’Emirates Stadium. Emozioni, diciassette trofei, tanti assi lanciati, scoperti, valorizzati: Vieira, Fabregas, Henry, Pires, Petit, Ljungberg, Bergkamp, Walcott, Sanchez, Van Persie, Özil, Campbell, Wright, Anelka, Sagna, Cole, Overmars, Kanu, Wiltord, Nasri, Podolski, Hleb, Wilshere, Gervinho, fino a Cech, Ramsey, Aubameyang e Lacazette.

L’ANNUNCIO - Il comunicato di Wenger è apparso qualche ora fa sul sito dell’Arsenal, Poche righe per un messaggio d’amore. «Dopo un'attenta riflessione e dopo aver parlato con il club, sento che è il momento giusto per me di dimettermi alla fine della stagione. Sono grato per aver avuto il privilegio di lavorare nell’Arsenal per tanti anni memorabili. Ho gestito il club con il massimo impegno e serietà. Voglio ringraziare lo staff, i giocatori e i tifosi che rendono questa squadra così speciale. Ai tifosi dico di sostenere sempre questi colori per portarli in alto. Amerò e sosterrò per sempre l’Arsenal». Niente promesse, ma c’è ancora tempo per un’altra impresa: Wenger, sessantotto anni, punta a vincere l’Europa League, è in semifinale, giovedì prossimo affronterà in casa l’Atletico Madrid di Diego Simeone nella gara d’andata.

IL SOSTITUTO - La corsa all’eredità è già cominciata: da Carlo Ancelotti a Luis Enrique, da Joachim Löw a Massimiliano Allegri, da Patrick Vieira a Julian Nagelsmann, da Antonio Conte a Brendan Rodgers, da Leonardo Jardim a Rafa Benitez. Il tempo delle riflessioni è scattato. Un compito delicato, una missione difficile: Wenger ha cambiato il profilo dell’Arsenal. Nessuno come il francese, nato a Strasburgo e laureato in ingegneria: ventidue anni al timone dei “Gunners”. E’ stato il ventiquattresimo tecnico nella storia del club biancorosso, ha lasciato un’impronta con il suo stile e la sua razionalità: un precursore, un allenatore che ha segnato un confine tra passato e futuro a livello tattico e manageriale. L’arrivo a Londra nel 1996, dopo il titolo vinto con il Monaco e l’esperienza in Giappone sulla panchina del Nagoya Grampus Eight. Idee e sostanza, la capacità di dare forma a un progetto, le sfide infinite con il Manchester United di Alex Ferguson, la rivalità con José Mourinho. E poi quel patrimonio immenso di giocatori trasformati in campioni: a Londra ha fatto scuola, anche se negli ultimi tempi si era un po' deteriorato il suo rapporto con la tifoseria, pronta a organizzare una petizione per chiedergli le dimissioni.

I NUOVI TALENTI - Da Thomas Mitchell, scozzese, primo manager dell’Arsenal nel 1897, ad Arséne Wenger, che in questa stagione ha continuato a dedicare tempo e passione alla crescita di alcuni talenti come l’ala destra Reiss Nelson (1999), il centravanti Edward Nketiah (1999) e il mediano Joshua Da Silva (1998). Una vetrina assortita in cui ha trovato spazio Joe Willock, diciotto anni, mezzala, lampi di qualità e chilometri da maratoneta: ha debuttato in Premier il 15 aprile contro il Newcastle (1-2), è stato utilizzato cinque volte in Europa League e tre in Coppa di Lega. Wenger lo ha provato anche in Coppa d’Inghilterra nella gara con il Nottingham Forest. Willock è titolare nella nazionale inglese Under 19, guidata da Paul Simpson. Nell’accademia dell’Arsenal ha avuto come maestro Thierry Henry. E’ nato a Waltham Forest, periferia di Londra, il 20 agosto del 1999. E’ alto un metro e 79, pesa 71 chili, la sua famiglia è originaria dell’isola di Montserrat, Piccole Antille, mar dei Caraibi. Joe Willock ha due fratelli calciatori:Matthew (1996), regista-mediano, è stato ceduto in prestito dal Manchester United al St. Johnstone, in Scozia, mentre Chris (1998) è un’ala e gioca nel Benfica B.


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