Brooks, dai consigli di Bale e Giggs alla Premier League

E' una mezzala, ha vent'anni, è nazionale gallese e lo Sheffield United (Championship, serie B inglese) lo ha appena ceduto per 11,3 milioni di euro al Bournemouth, club di Premier.
Brooks, dai consigli di Bale e Giggs alla Premier League
Stefano Chioffi
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ROMA - Ryan Giggs non ha mai sfiorato l’argomento della gratitudine per una ragione molto semplice, perché non si aspettava e neppure pretendeva una riconoscenza infinita da parte dei dirigenti del Manchester United. Non è un tipo da copertina dei tabloid: ha sempre evitato di sporcare con una polemica la sua meravigliosa storia - lunga ventinove anni - nei Red Devils. Zero malumori, zero scintille, la consapevolezza di essere riuscito a vincere tanto (trentasette trofei), di aver trovato un allenatore-papà come Alex Ferguson e un ambiente speciale nel regno di Old Trafford. Ma nell’estate del 2016, quando il divorzio ha preso forma dopo un’esperienza da allenatore nel finale di stagione al posto di David Moyes e un biennio da vice di Louis Van Gaal, Giggs era rimasto disorientato: confidava in un’occasione, in un’opportunità, sperava che gli venisse concessa la possibilità di guidare il Manchester United. 

BALE E RAMSEY - Da capitano, da mago del dribbling (963 partite e 169 gol), a manager: una favola con una pagina mancante. E così, adesso, Giggs è il ct del Galles: un’investitura piena di fascino che risale al 15 gennaio. Ha sposato un progetto, il piano di rilancio di una nazionale che ha come ambasciatore Gareth Bale, pagato dal Real Madrid 91 milioni di euro, mancino, quattro Champions vinte nel club di Florentino Perez. Giggs è la luce, la guida, il computer di bordo di un Galles che nel 2016 aveva raggiunto a sorpresa le semifinali dell’Europeo in Francia. Se Gareth Bale è il simbolo eAaron Ramsey (regista dell’Arsenal) è un altro leader, David Brooks è uno dei giovani più promettenti: ha vent’anni, è una mezzala e lo Sheffield United lo ha appena ceduto al Bournemouth in cambio di undici milioni e trecentomila euro. Tre gol e cinque assist per volare dalla Championship (serie B inglese) alla Premier League. 

LA SCUOLA DEL CITY - David Brooks è nato a Warrington, in Inghilterra, l’8 luglio del 1997: nel 2017, al Torneo di Tolone (riservato alle nazionali Under 20), aveva incantato e segnato in finale con la maglia dell’Inghilterra, pronta a battere la Costa d’Avorio. Poi, dopo qualche settimana, la decisione di sposare il Galles, il paese di origine della mamma, cresciuta a Llangollen. Tre presenze nel gruppo di Bale e la stima di Giggs, che lo ha convocato per l’amichevole del 29 maggio con il Messico (0-0) e lo ha utilizzato per 45 minuti. Brooks regala colpi di qualità: è svelto, inventa il passaggio giusto, s’infila spesso in area, prova il tiro. E’ alto un metro e 73, ha trascorso dieci anni nel vivaio del Manchester City, dal 2004 al 2014, quando è stato ingaggiato dallo Sheffield United, dove ha festeggiato nel 2017 con il tecnico Chris Wilder (il suo grande maestro) la promozione dalla League One alla Championship. 

LA SCELTA DI HOWE - Brooks ha vissuto in passato anche una breve esperienza in prestito all’Halifax Town, in quinta divisione. Ora l’avventura al Bournemouth, alla sua quarta partecipazione consecutiva in Premier: è stato scelto da Eddie Howe, 40 anni, in panchina dal 2012 e con un contratto fino al 2021, considerato dai tabloid un piccolo “Special One" in fase di ascesa. Dopo il flop di Roy Hodgson all’Europeo, Howe era entrato in corsa per la nazionale inglese, che ora sta sorprendendo tutti al Mondiale con il ct Gareth Southgate.


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