Rice, il jolly di un West Ham che ha speso sul mercato 103 milioni

Da difensore centrale a mediano: scuola Chelsea, 19 anni, irlandese, è la novità della squadra allenata dal cileno Manuel Pellegrini.
Rice, il jolly di un West Ham che ha speso sul mercato 103 milioni
Stefano Chioffi
3 min

ROMA - Faceva il benzinaio per pagarsi l’università, riceveva un salario di trenta sterline a settimana e preparava gli esami di economia: adesso David Sullivan è uno dei cento imprenditori più facoltosi della Gran Bretagna. L’editoria, i cavalli e il calcio: ecco le sue grandi passioni. E’ tifoso del Cardiff, ma è stato prima il proprietario del Birmingham e nel 2010 ha rilevato il pacchetto azionario del West Ham con il socio David Gold. Ha un rapporto difficile, controverso, elettrico, con i tifosi  degli “Hammers”. Scintille, contestazioni, polemiche, la provocazione di vendere «solo a un principe arabo» e un ruolo da protagonista a sorpresa nell’ultimo mercato estivo: 103 milioni per rinforzare la squadra e assicurarsi Felipe Anderson, Andriy Yarmolenko, Lucas Perez, Lukasz Fabianski e Issa Diop. Ha rilanciato la sfida, ha blindato Marko Arnautovic (undici gol e sei assist nello scorso campionato), sogna un posto in Europa League e ha ingaggiato come allenatore il cileno Manuel Pellegrini, che ha regalato un titolo e due Coppe di Lega al Manchester City in tre stagioni prima di lasciare la panchina a Pep Guardiola. Tradizione, fascino, prestigio, 123 anni di storia, ma il West Ham non è mai riuscito a diventare campione d’Inghilterra: tre Coppe d’Inghilterra, una Coppa di Lega, una Coppa Interoto e una Coppa delle Coppe portata a casa nel 1965 con il capitano Bobby Moore e il tecnico Ron Greenwood dopo la finale con il Monaco 1860, una sfida decisa da una doppietta dal centrocampista Alan Sealey (2-0).

IL 4-3-3 - Un’estate nel segno degli investimenti, ma finora il West Ham ha faticato a carburare. Solo sette punti in otto partite: due vittorie, un pareggio, cinque sconfitte, quindicesimo posto in Premier League. Il lampo è stato la vittoria in casa per 3-1 contro il Manchester United, da manuale il gol di tacco dell’ex laziale Felipe Anderson. Pellegrini sta lavorando per registrare soprattutto la fase difensiva: tredici reti subite. Niente allarmi, però. E pieni poteri all’allenatore, che ha firmato un contratto fino al 2021. Tra le note positive c’è la crescita di Declan Rice, irlandese, diciannove anni, mediano, robusto nei tackle e ordinato nella costruzione della manovra, lanciato nella scorsa stagione dallo scozzese David Moyes, che era stato il primo erede di Alex Ferguson al Manchester United. Pellegrini gli ha cambiato ruolo nel 4-3-3: Rice era un difensore centrale, ora è il play basso di una squadra che cerca equilibrio e solidità. 

IL RINNOVO - Declan Rice è nato a Londra il 14 gennaio del 1999, ma ha scelto la maglia dell’Irlanda e ha già giocato tre partite nella nazionale maggiore, guidata dal ct Martin O’Neill. E’ alto un metro e 85, è un destro naturale e ha cominciato la carriera nell’accademia del Chelsea: il West Ham lo ha tesserato nel 2013 da svincolato, quando Rice aveva quattordici anni. Cinque presenze in questo campionato. Ha segnato un gol al Macclesfield Town in Coppa di Lega. C’è un nodo, però: non ha ancora rinnovato il contratto. Il West Ham è in pressing, insiste per trovare un accordo, vuole evitare di perderlo a parametro zero alla fine di giugno. 


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