Berge, il mediano nella Top 11 dell’Europa League

E' norvegese, ha vent'anni, gioca nel Genk, che ha lanciato in passato De Bruyne, Courtois, Koulibaly, Milinkovic-Savic, Praet e Ferreira Carrasco. Ha un contratto fino al 2021: l'asta è cominciata.
Berge, il mediano nella Top 11 dell’Europa League
Stefano Chioffi
4 min

ROMA - Quando il Genk ha preso forma, grazie alla fusione tra il Waterschei Thor e il Winterslag, Cristiano Ronaldo aveva già tre anni e giocava nel cortile della sua casa a Funchal, sull’isola di Madeira, dove ora gli hanno dedicato anche un aeroporto e una statua di bronzo. Il Genk ha trent’anni, è stato fondato nel 1988, quasi per caso: dai dilettanti ai tre titoli vinti in Belgio (1999, 2002 e 2011). In poco tempo ha saputo scavare un solco, ha creato un modello, rafforzando il concetto che nel calcio non contano solo i grandi investimenti. Le idee possono pesare più dei soldi. 

LE SCOPERTE - Il segreto va ricercato nella rete dei suoi osservatori. In materia di talenti, il Genk ha una calamita unica: De Bruyne, Courtois, Koulibaly, Milinkovic-Savic, Praet, Ferreira Carrasco, Bailey, Ndidi, Colley. Una collezione di scoperte e di plusvalenze. E la collana è destinata a proseguire. Non c’è solo Ruslan Malinovskyi, ucraino, mezzala, classe 1993, otto gol in campionato e tre in Europa League. Dalla Premier alla Liga, non mancano i sondaggi su Sander Berge, vent’anni, spalle da bodyguard, mediano-regista, un metro e 93, destro naturale, passaporto norvegese. Rappresenta un’altra delle brillanti intuizioni del Genk, pilotato dal presidente Peter Croonen, quarantanove anni, belga, eletto nel 2017 al posto di Herbert Houben, che è rimasto nel consiglio di amministrazione. Croonen ha studiato giurisprudenza a Namur e a Louvain. Ha ricevuto un mandato fino al 2023. In panchina, invece, c’è Philippe Clement, ex stopper, alla sua seconda stagione nel club nerazzurro: 4-2-3-1, 59 partite, 35 vittorie, 14 pareggi, 10 sconfitte, 129 gol realizzati e 68 subiti tra coppe e Jupiler Pro League. E’ stato ingaggiato il 18 dicembre del 2017. Aveva lavorato in precedenza nel Bruges e nel Waasland-Beveren. 

DUE MILIONI - Negli schemi di Clement, Berge è diventato la prima chiave, il valore aggiunto, la differenza. In diciotto mesi, dal suo arrivo al Genk, il prezzo del cartellino ha fatto registrare una crescita esplonenziale: dai due milioni spesi nel gennaio del 2017 per strapparlo al Valerenga ai venti richiesti ora dai dirigenti. Berge è nato ad Asker il 14 febbraio del 1998. Ha iniziato a giocare nella piccola società della sua città, contea di Akershus, periferia di Oslo. Con la maglia dell’Asker ha debuttato nel 2013 in Seconda Divisione. Il Valerenga lo ha acquistato nel 2015: il 21 aprile, al Frogner Stadion, ha esordito nella Coppa di Norvegia firmando un gol  in occasione dell’8-0 contro il Lokomotiv Oslo. Il suo allenatore era Arthur Bakke Garnes. 

LA FIRMA - Il Genk lo ha scelto nel 2017 per tamponare la cessione di Wilfred Ndidi, passato al Leicester per 17,6 milioni di sterline. Ha firmato un contratto per quattro stagioni e mezzo, fino al 2021. Ha chiuso la fase a gironi di Europa League entrando nella Top 11 del torneo. Berge è stato il mediano con il rendimento più alto: cinque presenze, due  gol (al Besiktas e al Sarpsborg) e un assist, la squadra di Clement si è piazzata al primo posto nel girone I (11 punti) davanti al Malmö e il 14 febbraio, nell’andata dei sedicesimi di finale, affronterà lo Slavia Praga. Berge sta trascinando il Genk anche in campionato: 42 punti in 19 giornate, dominio assoluto, +7 sullo Charleroi e sul Royal Anversa. Solo una sconfitta: il 28 novembre in casa contro il Cercle Bruges (1-2). Forza atletica, resistenza, scatto, colpo di testa, visione di gioco: Berge è salito in cattedra. E il Genk è pronto ad aprire l’asta per il centrocampista, promosso titolare anche in nazionale dal ct Lars Lagerbäck, svedese, 70 anni, che lavora per portare la Norvegia agli Europei del 2020.


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