Wendel, che festa in Supercoppa con lo Sporting Lisbona

Mezzala, 21 anni, ex Fluminense, passaporto brasiliano, è diventato uno dei riferimenti del centrocampo dopo l'arrivo in panchina del tecnico olandese Keizer: corsa, pressing, visione di gioco e grande intesa con Nani, capitano, ex Lazio, decisivo nella finale vinta ai rigori contro il Porto, prossimo avversario della Roma negli ottavi di Champions.
Wendel, che festa in Supercoppa con lo Sporting Lisbona
Stefano Chioffi
3 min

ROMA - L’agguato a maggio degli ultras incappucciati con i bastoni e le catene, l’aggressione alla squadra al campo di allenamento per la mancata qualificazione in Champions League, i ventuno arresti della polizia, la rescissione ottenuta in tribunale per giusta causa da alcuni giocatori come Gelson Martins e Rui Patricio: lo Sporting Lisbona ha trascorso mesi elettrici e sta cominciando solo ora a ritrovare un po’ di normalità. Difficile allontanarsi da una storia così grave. Il lampo per provare a uscire da questo tunnel è arrivato anche grazie alla conquista a sorpresa della Supercoppa, superando in finale il Porto di Sergio Conceição, prossimo avversario della Roma negli ottavi di Champions e imbattuto nella fase a gironi come il Barcellona, il Bayern, l’Ajax e l’Olympique Lione: una vittoria per 4-2 ai rigori, il 26 gennaio, firmata dal tecnico olandese Marcel Keizer, ex Ajax, ingaggiato alla metà di novembre al posto di Tiago Fernandes, e soprattutto da Nani, 32 anni, fascia di capitano, rientrato in Portogallo dopo l’esperienza nella Lazio, suo il penalty decisivo, un’altra perla per continuare a costruire la stagione del suo riscatto (nove gol e sei assist tra coppe e campionato) senza prendere in considerazione le ricche offerte ricevute dai club americani e dalla Major League Soccer. 

STILE OLANDESE - Uno Sporting ridisegnato con il 4-3-3 da Keizer. Renan tra i pali, Ristovski a destra e Jefferson a sinistra, Petrovic e Coates al centro della difesa. In regia c’è Doumbia (preso a gennaio dai russi dell’Akhmat Grozny), Bruno Fernandes e Wendel si muovono ai suoi lati. La fantasia di Raphinha e Nani sulle fasce, pronti a lavorare in appoggio all’olandese Dost (11 gol in Primeira Liga,  un metro e 96, ex Heerenveen e Wolfsburg). Lo Sporting è quarto in classifica, non conquista il titolo dal 2002. Aveva puntato fino alla scorsa estate su Jorge Jesus, tre titoli al timone del Benfica, ma il tecnico ha deciso di traslocare dopo il blitz degli ultras a Riad, dove ha guidato fino a qualche giorno fa l’Al-Hilal, in Arabia Saudita. 

LA LINEA - I dirigenti hanno resistito alla tentazione di cedere qualche pezzo pregiato a gennaio. Respinte le offerte per Ristovski (seguito dalla Lazio) e per i brasiliani Raphinha (classe 1996, scoperto nel Vitoria Guimarães) e Wendel, mezzala, 21 anni, un investimento da sette milioni e mezzo, preso nel Fluminense. Wendel è uno dei punti di riferimento di Keizer. Generosità, corsa, pressing, visione di gioco, lancio, ritmo, resistenza, un metro e 80, destro, nato a Duque de Caxias il 28 agosto del 1997, cresciuto a Rio de Janeiro nel Fluminense e sbarcato a Lisbona all’inizio di gennaio del 2018. Sette presenze in campionato, sempre titolare nelle ultime cinque partite, un gol in Coppa del Portogallo al Feirense e uno in Supercoppa (che prevede anche una fase a gironi) all’Estoril. Ha il fisico e le caratteristiche di Fred, ex Shakhtar Donetsk, costato 59 milioni al Manchester United e adesso riserva dopo l’arrivo in panchina di Ole Gunnar Solskjaer.


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