Boston - Caccia all'uomo, la recensione

Uscirà nei cinema italiani il prossimo 20 aprile il film sulle bombe esplose durante la maratona di Boston nel 2013
Boston - Caccia all'uomo, la recensione
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Non è mai semplice raccontare la tragedia al cinema, soprattutto se si tratta di un attentato terroristico. Si può provare a ricostruire il più fedelmente possibile l'accaduto o immedesimarsi nelle persone che quella tragedia l'hanno vissuta sulla loro pelle. Resta la cronaca e da quella non si scappa.

Boston - Caccia all'uomo, dal 20 aprile nei cinema italiani, parla proprio del dolore di un popolo, quello americano (di Boston, in particolare) che si è sentito graffiato nell'animo da una serie di bombe piazzate in mezzo alla folla in festa durante la maratona del Patriot's Day nel 2013.

La pellicola di Peter Berg (che in tema di trasposizione cinematografica delle tragedie è uno dei più bravi) è reale, fedele all'originale, un testamento visivo di come le cose andarono per davvero. Nel ruolo di protagonista c'è Mark Wahlberg (che con Berg aveva già lavorato in Deepwater - Inferno sull'oceano), bravo nell'interpretare con spessore un poliziotto sciancato che in quella giornata è risultato decisivo per la soluzione del caso.  


Questa pellicola si fa apprezzare nei momenti di azione - quelli della caccia ai responsabili dell'attentato - e anche nella tensione pre-esplosione degli ordigni. Il resto invece ha un incedere un po' troppo lento. La storia è ben congegnata, con tutti i protagonisti che si intersecano nell'oliato meccanismo narrativo messo in piedi da Berg. Manca però un collante emotivo in grado di far decollare il tutto. Resta comunque l'ottimo lavoro svolto dallo stesso regista nel trasmettere allo spettatore quella sensazione di ruvido generata dal vile attacco al popolo americano. Le immagini sono crude ma mai spietate o raccapriccianti. Insomma, "Boston - Caccia all'uomo" è una pellicola che merita di essere vista, nonostante trasudi un po' troppo patriottismo yankee.


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