Cars 3, la recensione del nuovo capitolo della saga Pixar

Saetta McQueen torna in azione sulle piste da corsa anche se stavolta per lui la sfida sembra davvero impari
Cars 3, la recensione del nuovo capitolo della saga Pixar
Simone Zizzari
2 min

Il tempo passa per tutti ma non per Saetta McQueen e soprattutto non per questa saga che non ha alcuna intenzione - a ragione - di arrugginire. La prima cosa che emerge guardando il terzo capitolo della saga a tutta velocità della Pixar è la passione per le auto di John Lasseter e Brian Fee, le due menti che hanno creato e diretto il film. 


Stavolta Cars non racconta solo - a modo suo - le gare e le inimicizie che si celano dentro un paddock o i duelli fra spie in giro per il mondo ma affronta anche il tema del tempo che passa e della propria necessità di trovare il proprio posto in questa vita. Gli anni scorrono senza sosta per tutti, inclusi i grandi campioni come Saetta che vede la propria professione messa in pericolo da una nuova generazione di piloti emergenti ipertecnologici e super allenati, capaci di raggiungere vette di velocità neanche immaginabili per il 'vecchio' MacQueen, alle prese con il recupero da un drammatico incidente che rischia di interrompere la sua carriera. La voglia di correre di Saetta è però più forte dell'età e lui continuerà imperterrito a correre incontro al proprio sogno il più velocemente possibile, in barba a chi lo considera ormai da rottamare. 
Diciamolo francamente: Cars 3 è una sopanna avanti rispetto al predecessore che ebbe la sola grande colpa di voler uscire dai binari della velocità per inseguire improbabili (seppur divertenti) spy story sul modello di 007. Stavolta le macchine tornano dove dovrebbero stare, ovvero su una pista da corsa. L'esordio alla regia di Brian Fee è convincente ed intelligente nelle scelte. L'unica pecca per gli amanti della saga è quello di aver messo troppo ai margini Cricchetto, il grande amico di Saetta. A livello di produzione non c'è nulla da aggiungere: garantisce Pixar. 


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