Christoph Waltz: «Odio i selfie e i social media. Brando? Non lo apprezzo più»

L'attore due volte premio Oscar è stato l'ospite d'onore dell'apertura della Festa del Cinema: «Adoro Tarantino. Fellini? Lo incontrai una volta e fu una cosa molto divertente»
Christoph Waltz: «Odio i selfie e i social media. Brando? Non lo apprezzo più»© ANSA
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ROMA - Christoph Waltz, oggi alla Festa di Roma, per il primo degli 'incontri ravvicinati' con Antonio Monda, mostra tutta la sua classe, sorride, rilascia autografi con grande pazienza sul tappeto rosso dell'Auditorium, ma a inizio incontro con il pubblico ha solo un piccolo fastidio di fronte a un fan che gli chiede insistentemente un selfie: "Odio i selfie e i social network". Questo l'unico momento fuori aplomb da parte dell'attore-regista austro-tedesco che ha vinto ben due Oscar, come miglior attore non protagonista, per 'Bastardi senza gloria' e 'Django Enchained', entrambi firmati da Quentin Tarantino. Molti i temi affrontati nell'incontro. Si è parlato dei suoi gusti artistici, di star, del suo incontro con Federico Fellini, di Tarantino e anche del suo destino di fare sempre ruoli da cattivo. Ecco una breve sintesi per voci del Christoph Waltz pensiero.

IMPROVVISAZIONE - "Non esiste alcuna improvvisazione, almeno quando recito per Tarantino. E lui che crea questo mondo, questi personaggi. Succede tutto nella sua testa. Lui è sempre un passo avanti a tutti gli altri, ogni virgola della sceneggiatura è sua. E di lui, devo dire, amo più la scrittura che gli aspetti visivi anche perché quest'ultimi mi rimandano ancora alla sua scrittura".

SCENEGGIATURA - Anche nel caso di Carnage di Roman Polanski non c'è stata nessuna improvvisazione. "Il fatto è che ho grande rispetto per la sceneggiatura, so quanto è difficile far arrivare uno scritto a un attore e cosi non mi metto mai nella prospettiva di poter migliorare quello che hanno fatto altre persone". 

IL RUOLO DEL CATTIVO - "Mi avete sempre visto nella parte del cattivo, ma ci ho messo 35 anni per arrivare ad Hollywood. Ne ho fatti a teatro, cinema e tv di ruoli non da cattivo. Di fatto fare il cattivo è sicuramente più divertente di fare il buono. Il buono fa il buono e basta, ma è il cattivo il vero elemento drammaturgico che alla fine fa andare avanti le storie. I film comici sono meno apprezzati perché non li capiscono i critici. Di Aristotele il libro dedicato alla commedia non è mai arrivato, solo quello della tragedia. E così forse tutti i critici sono aristotelici".

ATTORI DI RIFERIMENTO - "Quando avevo venti anni amavo Marlon Brando, ora invece non mi piace molto, neppure il suo Un tram che si chiama desiderio. Salvo un po' Il padrino. Ogni attore ha i suoi alti e bassi e io non amo fare di un'ammirazione un'ideologia. Credo che per ogni attore esiste, in una parte di cielo, un ruolo in cui lui sarebbe straordinario".

FELLINI - "L'ho incontrato una volta nella casa di Zurigo di un mio amico editore dove Fellini stava facendo il casting di E La nave va. Gli ho fatti vedere delle mie foto in cui ero ribelle, avevo allora 24 anni, ma lui scelse una, in realtà l'unica in cui ridevo".


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