Poveri ma ricchissimi, che delusione! - la recensione

Il film con Christian De Sica ed Enrico Brignano, in uscita il 14 dicembre, non convince: si ride poco e in modo prevedibile
Poveri ma ricchissimi, che delusione! - la recensione© ANSA
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ROMA - Si ride poco, troppo poco. Poveri ma ricchissimi, il sequel della saga sulla famiglia burina dei Tucci non convince. Orfana di Fausto Brizzi, il regista della pellicola targata Warner Bros bandito dall’attività promozionale e dal trailer dopo le accuse di molestie nei suoi confronti scoppiate nelle scorse settimane, la commedia perde la sua leggerezza senza decollare mai. Poveri ma ricchi si era fatto ammirare per il suo delicato approccio alla risata, qui invece ogni sorriso è una forzatura e sono tanti, troppi, i richiami ai cinepanettoni di Boldi e De Sica. Le battute scorrono via senza entusiasmare, da Brignano che canta “Nessuno mi può pregiudicare, nemmeno tu” a De Sica che urla: “L’uomo deve visita’ tutte le spiagge prima di decidere dove piantare l’ombrellone della felicità”.

L’altro problema sono proprio loro, De Sica e Brignano che non fanno decollare mai la loro recitazione svolgendo il loro compitino senza convinzione. Peccato perché a risentirne è tutto il prodotto e il resto del cast, da Massimo Ciavarro (nella parte di un Christian Grey de noantri) a Paolo Rossi, fino ad Anna Mazzamauro. Tutto il film resta impantanato sulla mediocrità senza riuscire mai a sollevarsi, nemmeno quando arriva l’unica idea da salvare, quella della secessione del comune di Torresecca, trasformato in un Principato. La saga dei Tucci è destinata a finire qui, in un modo piuttosto triste. Un vero peccato. 


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