Marco Giallini e Elio Germano: «Roma in semifinale di Champions, non chiamiamola impresa»

I due grandi attori romani (e romanisti) sono venuti a trovarci in redazione per un'intervista esclusiva sul loro nuovo film "Io sono Tempesta" e sul loro amore per i colori giallorossi: «Basta con questo provincialismo, siamo una squadra forte e meritiamo di stare fra le quattro migliori d'Europa»
Marco Giallini e Elio Germano: «Roma in semifinale di Champions, non chiamiamola impresa»
Simone Zizzari
6 min

ROMA - Una scarica di adrenalina, una tempesta perfetta. E' stata questa l'estrema sintesi della visita nella nostra redazione di Elio Germano e Marco Giallini, due mostri sacri del cinema italiano, insieme per la prima volta in un lungometraggio. A fare la (tardiva) impresa è stato Daniele Lucchetti, regista che con Germano ha firmato lo splendido "Mio fratello è figlio unico". A scatenare ancora di più l'entusiasmo del duo di attori romani è stato il fresco successo della Roma in Champions contro il Barcellona, una remuntada destinata a rimanere a lungo impressa nella storia del club capitolino. «E pensa che ce lo stavamo per perdere. Eravamo di ritorno da Milano dall'attività stampa del film e siamo arrivati a casa giusto in tempo», ci hanno confessato i due artisti che insieme contano tre David di Donatello, quattro Nastri d'Argento e una Palma d'oro di Cannes (per citare solo i principali). «A proposito della Palma d'Oro, lo sai che mi hanno rubato una foglia d'oro della statua? Mi è rimasto solo il tronco, praticamente», ha detto parecchio amareggiato Elio Germano. «Sì, ma hai tre David, che ti frega», lo ha stuzzicato Giallini che invece è ancora a secco. «Ma i David non li rubo a Elio, casomai ne chiedo un paio a Mastandrea che è un amico fraterno e ne ha otto». La realtà è che di premi Giallini per questa interpretazione di Tempesta me meriterebbe a iosa. «Non sono mai stato molto legato ai premi. Piuttosto mi hanno fatto fare il ruolo di un cattivo a me che ho la faccia simpatica. Questa cosa mi fa piacere», ha proseguito l'attore romano. 

LA TRAMA DEL FILM - Io sono Tempesta vede Marco Giallini nei panni di Numa Tempesta, un finanziere che gestisce un fondo da un miliardo e mezzo di euro e abita da solo nel suo immenso hotel deserto, pieno di letti in cui lui non riesce a chiudere occhio. Tempesta ha soldi, carisma, fiuto per gli affari e pochi scrupoli. Un giorno però, a causa di una vecchia condanna per evasione fiscale, dovrà scontare un anno di pena ai servizi sociali in un centro di accoglienza. E così, Numa dovrà mettersi a disposizione di chi non ha nulla, degli ultimi. Tra questi c'è Bruno (Elio Germano), un giovane padre che frequenta il centro con il figlio, in seguito ad un tracollo economico dovuto alla chiusura della sua attività commerciale. L'incontro fra i due sarà dinamite pura... «E' bello vedere come in questo film ci sia un livellamento fra i ricchi e i nulla tenenti. Ci sono tante storie in questo film e tutte meritavano di essere raccontate», ha detto Germano.

DERBY - Il discorso però vira inevitabilmente sul calcio. Anzi, sulla Roma. «Se domenica sera sarà meglio vedersi "Io sono Tempesta" al cinema o il derby? Beh, c'è in tantissimi orari e in più giorni, quindi... Ti racconto questo aneddoto: molti miei amici la sera di Roma-Barça sono andati a vedere il film perché erano rassegnati all'eliminazione e volevano tutelare le proprie coronarie. Alla fine è andata alla grande, quindi si può dire che questo film porta fortuna. Se vogliono replicare con il derby, ben volentieri», ha detto Germano. Giallini però non è d'accordo con l'amico e collega: «Se evitano di vedere la Roma, non sono dei tifosi veri. Detto ciò, alla luce di quello che abbiamo vissuto in Europa, il derby lo rivalutiamo, senza nulla togliere al valore dei nostri cugini».

IL BAGNO DI PALLOTTA E LA CHAMPIONS - «Il bagno nella fontana di Pallotta? Beh, me lo sarei fatto pure io», ha aggiunto Giallini che poi continua: «La stagione della Roma non può non essere rivalutata dopo questa impresa ma basta con questo atteggiamento da provinciali! Abbiamo battuto il Barcellona e sembra chissà che impresa epica abbiamo compiuto... La verità è che abbiamo battuto una grande squadra, più forte di noi. Ma noi anche siamo bravi e competitivi. Non diamo troppa enfasi a questo 3-0. Io alla fine gioivo come un matto ma non è una vittoria che mi ha preso totalmente alla sprovvista. Io seguo la Roma da quando avevo 11 anni e ho sempre percepito questa sorta di sindrome di inferiorità immotivata. Col Barcellona non è stato un miracolo. La Roma li ha triturati e non per colpa loro. Il fatto che il Barça abbia giocato male è stato solo merito nostro».

DE ROSSI - Giallini ancora: «Bruno Peres e Juan Jesus in Champions si trasformano, sembrano altri giocatori rispetto a quelli visti in campionato. E' questa l'annata della Roma. Di Francesco è stata l'arma in più della squadra in questa stagione». Menzione d'onore di Elio Germano per il capitano De Rossi: «Quel rigore calciato contro Ter Stegen era tutt'altro che semplice. Potevano tornare dei fantasmi che pensavamo sopiti. Dopo aver realizzato il 2-0 la cima della montagna era stata superata. La vittoria contro il Barcellona ha dimostrato che il calcio non ha nulla di razionale, a volte va oltre la nostra comprensione».


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