Solo: A Star Wars Story, la recensione del nuovo film Lucasfilm

Presentato al Festival di Cannes 2018 come proiezione speciale, il film diretto da Ron Howard racconta la giovinezza di Han Solo.
Solo: A Star Wars Story, la recensione del nuovo film Lucasfilm
2 min

Presentato al Festival di Cannes 2018, Solo: A Star Wars Story è il nuovo capitolo della saga di Star Wars che, a partire dal 2016, con Rogue One: A Star Wars Story, ha cominciato ad allargarsi introducendo i cosiddetti spin-off, film singoli che si allontanano dal racconto per trilogie e che espandono l'universo di Star Wars al cinema. Questa volta è toccato a Han Solo, il personaggio della trilogia classica interpretato da Harrison Ford, di cui qui si racconta la giovinezza.

LEGGI LA RECENSIONE DI SOLO: A STAR WARS STORY SU CINEFILOS.IT

Sulla croisette hanno sfilato tutti i protagonisti, dal Alden Ehrenreich, interprete del giovane Solo, a Emilia Clarke e Woody Harrelson, personaggi nuovi, introdotti in questo film nella saga, che hanno contribuito in maniera decisiva a formare il carattere del contrabbandiere più amato della galassia. Sul tappeto rosso del festival c’era anche Ron Howard, il regista, che è entrato in corsa nel progetto, dopo il licenziamento di Phil Lord e Chris Miller, a oltre metà della produzione.

Ron Howard da bravo “operaio” al servizio della Lucasfilm ha fatto ciò che ha potuto, realizzando una serie infinita di scene d’azione mozzafiato. Un salvataggio, un inseguimento, una fuga rocambolesca cede il passo a un’altra scena altrettanto concitata, con un ritmo forsennato, perché non appena il tono si appiana e il ritmo si dilata, il film si rivela estremamente povero, da un punto di vista della trama e dei personaggi. Alden Ehrenreich non ha abbastanza carisma, nemmeno per interpretare una versione giovane e inesperta del personaggio di Ford, ma non sarebbe giusto incolpare lui dei problemi del film, che a questi livelli andrebbero intercettati nell’apparato produttivo.


© RIPRODUZIONE RISERVATA