Eboué: «Volevo uccidermi». Confessione shock post squalifica 

L'ex giocatore di Arsenal e Galatasaray si è rivelato in un'intervista al Telegraph, parlando del duro periodo seguito alla squalifica di 1 anno avuta dalla Fifa
Eboué: «Volevo uccidermi». Confessione shock post squalifica 
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ROMA - Eboué confessa: "Ho pensato di uccidermi". L'ivoriano si è raccontato al Telegraph in un'intervista incentrata soprattutto sul difficilissimo periodo passato dall'ex di Arsenal e Galatasaray a partire dal marzo 2016, ossia dopo la squalifica di 1 anno ricevuta dalla Fifa per non aver pagato il suo manager Sebastien Boisseau. All'epoca, Eboué aveva firmato da soli 22 giorni per il Sunderland, un'esperienza di fatto mai iniziata. Il licenziamento conseguente ha messo in crisi il 33enne: "Quando vado a vedere mio figlio Mathis nell'academy dell'Arsenal, c'è sempre qualcuno che mi chiede cosa stia succedendo o se ho smesso di giocare a calcio, così sono costretto tutte le volte a spiegare la situazione e questo non fa che aumentare la mia depressione."

PERIODO NERO - "Questo è davvero il punto più basso della mia carriera", ha spiegato Eboué, che nell'ultimo periodo ha dovuto pure affrontare due gravi lutti come quello del nonno Amadou Bertin e del fratello N'Dri Serge: "Ci sono parecchi giorni in cui non ho nemmeno la forza di uscire dal letto - ha ammesso - e in un'occasione volevo anche farla finita, ma il pensiero della mia famiglia mi ha trattenuto. Se fossi stato da solo, ho paura di quello che avrei potuto fare a me stesso, ma devo pensare a mia moglie e ai miei tre figli e devo rimanere forte per loro".

KOLO TOURÈ - Ebouè ha assorbito tutto ciò che gli sta capitando in maniera davvero pesante: "A volte rimango chiuso nella mia stanza per giorni interi e comincio a pensare, ma poi mi metto a leggere la Bibbia e mi dico 'Emmanuel, quello che stai facendo non va bene alla tua famiglia'."
Un pensiero poi lo dedica anche a vecchi compagni di squadra, una volta amici, che ora non sente più. Come Kolo Touré: "Quando Kolo era squalificato, ci parlavamo sempre. So che ha avuto delle difficoltà al Celtic, quindi posso capire perché non ci sentiamo più e non voglio dire qualcosa di brutto. Spero solo che un giorno mi richiami, ma naturalmente ci sono rimasto male, perché pensavo che la nostra amicizia fosse più forte."


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