Il tennis gioie e dolori

Gli Internazionali d'Italia sono alle porte: vediamo quale parte del ?nostro corpo è più a rischio praticando questo sport
Il tennis gioie e dolori

Torna il grande tennis con l'edizione 2016 degli Internazionali BNL d'Italia, appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati di questo sport. Chi si occupa di favorire una rapida ripresa fisica a seguito di un infortunio degli atleti è il Dr. Giovanni Di Giacomo, responsabile sanitario del torneo da oltre vent’anni.

Nella sua lunga carriera, alle sue cure hanno fatto ricorso campioni come Sampras, Agassi, Muster, Rios, Moya, Safin e le sorelle Williams.

Si tratta di un evento che da sempre coinvolge tanti tra medici, fisiatri, ortopedici e fisioterapisti. INRoma ha incontrato il Dr. Di Giacomo, specialista in traumatologia dello sport e chirurgia artroscopica presso il Concordia Hospital in Roma ed il Dr. Alessandro Danieli, fisioterapista e Responsabile del Poliambulatorio Specialistico Fisiodanieli in Roma, per affrontare insieme a loro le difficoltà più frequenti che interessano gli sportivi, in questo caso i tennisti, il trattamento delle patologie e il tema della prevenzione.

 

Dott. Di Giacomo, nella sua lunga collaborazione con l’ATP quali sono le problematiche più frequenti che ha riscontrato tra i tennisti professionisti?
«Le problematiche più comuni sono a carico della colonna vertebrale e della spalla. Per quanto riguarda quest’ultima articolazione, quando sollecitata o sottoposta a particolari stress funzionali, può andare incontro ad un affaticamento muscolare, si può alterare la meccanica così come il gesto atletico e si innescano pertanto una serie di eventi che possono portare, se non prevenuti, a lesioni anatomiche, che, talvolta (ma non sempre) possono richiedere una riparazione chirurgica. Nei tennisti le strutture più suscettibili sono i tendini e i legamenti. L’impegno dei trainers e dei medici è quello di prevenire l’insorgenza di tali danni che possono essere la causa di allontanamenti dell’atleta dal campo da gioco per lunghi periodi».

Quali sono le categorie più a rischio?
«Per quanto riguarda le patologie tendinee, la fascia d’età è tra i 35 e i 70 anni, di solito lavoratori che utilizzano questa articolazione; la lussazione scapolo-omerale (uscita di spalla) interessa invece soggetti più giovani tra i 18 e 35 anni, spesso sportivi. La spalla è l’articolazione più complessa ed è allo stesso tempo meno stabile del nostro corpo, per questo particolarmente esposta ad una serie di patologie gravi ed invalidanti».

Le patologie della spalla sono appannaggio solo degli atleti o sono frequenti anche nelle persone non sportive?

«La patologia della spalla, in realtà, è molto comune anche nelle persone non sportive. È frequente riscontrare dolore alla spalla nelle persone che hanno superato i 60 anni. Infatti, è il disturbo articolare più doloroso dopo il mal di schiena. Per eseguire una diagnosi precisa non si può dimenticare anche le condizioni generali del paziente quali l’alterata postura o il diabete che possono essere alla base di una limitazione funzionale».

Quindi, chi soffre di dolore della spalla cosa può fare?

«Mai sottovalutare i sintomi - spiega il dottor Danieli - ma sottoporsi ad un adeguato controllo. L’analisi precoce è il primo passo per un trattamento specifico.

La visita integrata ad esami radiografici specifici, ecografia, e risonanza magnetica, consente di ottenere una diagnosi precisa, indispensabile per un trattamento della patologia più che mai personalizzato. Un iter diagnostico ben condotto consente la corretta identificazione della “causa del dolore” e può evitare al paziente l’intervento chirurgico semplicemente sottoponendolo ad un trattamento fisioterapico, prosegue il Dottor Danieli, il quale afferma che è fondamentale la simbiosi tra ortopedico e fisioterapista, anche nel caso di trattamento fisioterapico post-operatorio, chirurgo e fisioterapista devono compiere assieme ogni passo nella cura del paziente. Nel caso in cui il paziente non necessiti di alcun gesto chirurgico (es. lieve trauma distorsivo al ginocchio, distrazione muscolare, sub - lussazione della spalla), la prima fase prevede riposo e un trattamento riabilitativo che miri a ridurre il dolore e il processo infiammatorio locale, ed è proprio qui che l’impiego di alcuni mezzi fisici come LASER e la TECAR, trovano la loro migliore espressione.

La seconda e la terza fase sono mirate al recupero dell’articolarità con tecniche di chinesi attiva e passiva nel massimo rispetto del dolore e al ritorno del gesto atletico».

 

Dott. Danieli, quali consigli a livello di prevenzione, possiamo dare agli sportivi?

«L’ideale sarebbe intraprendere una buona ginnastica pre-sportiva che risvegli il controllo neuro-muscolare e consenta di avere, durante l’attività fisica, riflessi più pronti. E’ importante presentarsi agli appuntamenti sportivi anche con un giusto allenamento cardio-respiratorio e non esporsi a rischi che vanno al di là delle nostre capacità.

Seguendo queste piccole regole si riducono e prevengono circa l’80% delle problematiche di salute legate all’attività sportiva. L’altro 20% è per alcuni versi imprevedibile, in quanto espressione di eventi traumatici accidentali tipici per ogni attività legata allo sport, come nel tennis la lombalgia e l’epicondilite (“gomito del tennista”)».

 

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