Alla scoperta del Parco dei Principi

Lo stadio del PSG ospiterà 5 incontri degli Europei tra cui questo pomeriggio Romania-Svizzera
Alla scoperta del Parco dei Principi
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Un nobile decaduto. Uno stadio regale, nel nome e nel blasone, casa sì (ma ancora per poco) di Zlatan Ibrahimovic e del PSG degli emiri, ma non più dell'orgoglio Bleus. Il Parc des Princes, con la sua cornice gloriosa, rimane confinato al ruolo di comprimario nella festa di Euro 2016. In questo Europeo, ospita solo cinque incontri: quattro di primo turno, tra cui la sfida di oggi pomeriggio tra Romania e Svizzera, e l'ottavo di finale che vedrà protagonista la vincitrice del gruppo C, sulla carta l'Inghilterra. Insieme a Saint-Denis, il Parco dei Principi racconta i due lati di Parigi, che mette insieme i percorsi da cartolina e un'anima giovane che non si rassegna ai brutti ricordi della notte di dolore e di morte al Bataclan e allo stadio delle finali. C'è la Parigi turistica, da cartolina, la Tour Eiffel, la vista da Montmartre, le viuzze del quartiere Marais. La Parigi del Louvre e del sorriso della Gioconda, della Senna e delle passeggiate al Giardino delle Tuileries o al Boulevard Haussmann fra le Galeries Lafayette e Printemps. E c'è la capitale giovane che non si rassegna ai brutti ricordi, alle ferite che ancora non si sono ricucite, che a luglio e agosto terrà aperti nove grandi parchi, oceano verde che incarnava la visione di Haussmann e Napoleone III, per tutta la notte.

Al Parco dei Principi si conserva ancora il fascino intatto di avvicinarsi a una tradizione antica. L'impianto come lo conosciamo oggi è in realtà l'ultima incarnazione di un impianto che ha avuto due vite come velodromo: una nel luglio 1897, durata solo pochi giorni, l'altra nel 1932. Poi si è aperto al rugby e al calcio. Ha ospitato la prima finale di Coppa dei Campioni, il 4-3 del Real Madrid allo Stade Reims: campioni di Francia contro campioni di Spagna. Un duello che si rinnoverà nel 1984. Da dodici anni, l'impianto ha assunto una veste nuova, su progetto dell'architetto Roger Taillibert. I Bleus si può dire riscattino l'orgoglio di Francia contro le Furie Rosse nella finale dell'Europeo che incorona Le Roi Platini e fa sognare un'intera nazione, e non solo i cinquantamila che quel giorno riempiono le tribune. 

In quegli anni ha ospitato altre due finali di Coppa dei Campioni. Qui nel 1975 il Bayern Monaco ha celebrato il secondo dei suoi tre successi consecutivi contro un Leeds. Sei anni dopo, essere in finale contro il Liverpool per il Real Madrid sarà già un successo. Il gol del terzino Alan Kennedy nel finale premia i Reds di un sontuoso Graeme Souness e rende Bob Paisley il primo ad aver vinto tre volte la Coppa dei Campioni. 

L'Inter di Ronaldo fa in tempo a conquistare Parigi, mai così azzurra come nella finale tutta italiana di Coppa Uefa contro la Lazio che anticipa il trionfo mondiale dei Bleus, prima che il Parco dei Principi cambi pelle ancora. Diventa uno stadio da 48mila posti ma negli anni a venire, promette il PSG, sarà portato a 60mila spettatori. 


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