Gomito del tennista, cause, sintomi e possibili rimedi

Un'infiammazione molto dolorosa da conoscere e curare grazie all'analisi e i consigli del dottor Alessandro Danieli e del dottor Giovanni Di Giacomo
Gomito del tennista, cause, sintomi e possibili rimedi
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L’epicondilite, che si manifesta con dolore a carico del versante esterno/laterale del gomito, è una infiammazione dolorosa conosciuta anche con il nome di “gomito del tennista”. Ancora oggi non sono ben chiare le cause scientifiche della patologia e per questo il trattamento specifico non è uniforme.

Forse non tutti conoscono l’importanza funzionale dell’articolazione del gomito. Esso infatti non serve solo a flettere ed estendere l’avambraccio sul braccio, ma risulta essenziale per orientare la mano nello spazio, permettendoci ad esempio di prendere un oggetto e manipolarlo. Infatti è nel gomito che ulna e radio possono ruotare liberamente tra loro permettendo così la pronazione o la supinazione della mano. È inoltre proprio sul gomito che si inseriscono i muscoli del polso. Più precisamente i muscoli si inseriscono posteriormente sull’epicondilo ed anteriormente sull’epitroclea. I muscoli epicondiloidei sono per lo più estensori delle dita della mano e supinatori della mano, cioè ruotano il palmo verso l’avanti, se siamo in piedi. 

Per affrontare questa patologia abbiamo incontrato il dottor Giovanni Di Giacomo, chirurgo – ortopedico, responsabile del Concordia Hospital di Roma, e il dottor Alessandro Danieli, fisioterapista della Fisiodanieli in Roma.

Non sorprende, infatti, che la cura dell’epicondilite sia molto differente in base alla specializzazione del medico a cui si fa riferimento – afferma il dottor Di Giacomo –  alcuni specialisti del settore consigliano trattamenti molto diversi tra i quali: fisioterapia, laser, tecar, infiltrazioni, terapia con anti infiammatori, fattori di crescita, onde d’urto, trattamento osteopatico, agopuntura ecc. In realtà tutti i trattamenti sopra citati possono dare buoni o scarsi risultati. Si assiste, infatti, a pazienti entusiasti del trattamento effettuato, mentre altri non soddisfatti dallo stesso trattamento.

La diagnosi di epicondilite deve essere confermata mediante visita specialistica, un esame radiografico ed un esame ecografico, talvolta anche da una Risonanza Magnetica. Queste indagini sono finalizzate ad interpretare correttamente la reale origine del dolore. In alcuni casi, anche le lesioni cartilaginee del gomito possono manifestarsi con un quadro simile alla tendinite (epicondilite) ma come tali necessitano un trattamento diverso e specifico.

«Confermata la diagnosi – continua il dottor Di Giacomo – lo specialista deve verificare la funzionalità delle articolazioni vicine al gomito, in quanto, ad esempio, delle difficoltà nell’eseguire alcuni movimenti della spalla potrebbero essere compensati da un eccesso di movimenti a livello del gomito, questa sovrasollecitazione, può indurre un processo infiammatorio proprio dei tendini epicondiloidei». Identificare queste alterazioni è importante così da focalizzare il trattamento non solo sul gomito, ma anche sulla spalla che ne rappresenta la reale causa.

In altri scenari, invece, il paziente può avere una predisposizione genetica ad avere una scarsa qualità dei tessuti tendinei, in altri casi, ad esempio nei tennisti, l’attività sportiva praticata in maniera non corretta, il cambio della racchetta, il tensionamento delle corde può essere alla base di una maggiore sollecitazione tendinea. 

«Anche durante l’attività quotidiana – continua il dottor Danieli – si può facilmente capire come i muscoli epicondiloidei siano continuamente in attività. Quando tuttavia vengono sollecitati a lungo, in contrazione/rilasciamento (nello sport, con l’uso del mouse o della tastiera) o quando vengono sottoposti a vibrazioni continue ed eccessive (come il martello pneumatico o la moto) possono andare incontro a deterioramento e sofferenza, specialmente sulla loro inserzione ossea. Quello è un punto delicato, in quanto in un piccolo spazio il tessuto cambia tipo ben due volte (osso/tendine/muscolo); stiamo parlando delle cause e del meccanismo dell’insorgenza dell’epicondilite, anche detto come “gomito del tennista”, data la frequenza maggiore negli sportivi di questo tipo». L’epicondilite quindi è un problema molto fastidioso, perché il dolore è continuo e persistente a lungo nel tempo. «La fisioterapia per l’epicondilite – spiega il dottor Danieliè principalmente antinfiammatoria ed antidolorifica e associa ai farmaci le terapie fisiche che offrono un grande e valido aiuto per il trattamento localizzato del dolore: la Tecarterapia® è, insieme alla Hilterapia®, Cryoultrasound® e Mesoterapia (ovvero l’uso di iniettare farmaci via intradermica a 3-4 mm dal piano cutaneo in sede epicondiloidea). La massoterapia aiuta i muscoli a distendersi e rilassarsi, diminuendo così la tensione sulla loro inserzione. “Last but not least” il bendaggio funzionale, o meglio ancora il Kinesio Taping®, applicato sul braccio e sull’avambraccio, continua e mantiene l’effetto delle cure, aiutando inoltre il paziente nei gesti quotidiani e alleviandogli il dolore».

 

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