Giorgia presenta Oronero al Corriere dello Sport-Stadio: "Da laziale vi racconto il mio dramma sportivo"

Abbiamo incontrato la grandissima cantante romana che lancia il suo nuovo album a distanza di tre anni dal suo ultimo lavoro in studio: "Sono maturata e i cambiamenti sono fondamentali nel mio lavoro. Al momento i talent sono l'unica strada per uscire allo scoperto. Calcio? Tifo per la Lazio come mio padre: che litigate con i miei parenti! E adesso con mio figlio..."
Giorgia presenta Oronero al Corriere dello Sport-Stadio: "Da laziale vi racconto il mio dramma sportivo"
Simone Zizzari
7 min

ROMA - "Sono maturata e cambiata ma è inevitabile. A me piace molto il cambiamento in un lavoro dove la creatività e l'espressione sono fondamentali". Così Giorgia ci racconta il suo nuovo album "Oronero" che uscirà domani in tutti i negozi di dischi e in esclusiva digitale su Apple Music e iTunes per una settimana. Il suo nuovo singolo, la title track dell'album, è già disponibile e in rotazione sulle radio. E' bastato un singolo ascolto per capire l'interessante strada che la grandissima artista romana ha deciso di intraprendere, un percorso più moderno che mai, ricco di soul e non solo. Dopo più di vent'anni di carriera alle spalle e oltre sette milioni di dischi venduti, Giorgia è tornata a tre anni di distanza dall'ultimo lavoro "Senza paura" e le premesse sono ottime.

L'abbiamo incontrata in un hotel a Roma e ci ha confessato la sua grande voglia di tornare sul palco per incantare ancora la con la sua unica ed incredibile voce. Abbiamo parlato di musica, ovviamente. Ma anche di calcio  visto che Giorgia è da sempre una grande tifosa laziale. "Anche se devo gestire un vero e proprio 'dramma' sportivo in famiglia". Ma partiamo dall'inizio. Da Oronero, appunto.

Giorgia, cominciamo parlando del tuo nuovo lavoro...
Ti interrrompo subito. Sappi che il Corriere dello Sport è sempre stato presente nella mia famiglia, a cominciare da mio nonno che tutte le mattine non riusciva a fare a meno del giornale mentre faceva colazione. Doveva essere il primo a leggerlo sennò si arrabbiava.

Questa cosa non può che farci piacere, ovviamente. Del calcio però parleremo più avanti. L'album, dicevamo...
In questo disco c'è un po' tutto quello che ci deve essere, tutto ciò che mi rappresenta. Io e il produttore Michele Canova abbiamo lavorato in un modo molto accurato sugli arrangiamenti e sui testi per raccontare quello che sento. Ci sono molti generi all'interno di questo disco. 

Come mai il titolo 'Oronero'? 
E' il simbolo di un sistema e di un meccanismo. Ricorda il petrolio che è una risorsa della terra che se viene usata male genera guerre e conflitti diventando un veleno. E' tutto quello che non ci serve a livello interpresonale. E' un piccolo richiamo ad un rispetto reciproco che in questi tempi così cupi è venuto un po' a mancare.

L'uscita dell'album sarà seguita da un tour immagino...
Sì. Partirà in primavera, stiamo definendo le date. Faremo un bel giro per incontrare quante più persone possibili, non vedo l'ora. 

La musica di oggi sembra non possa proprio fare a meno dei talent show alla X-Factor, hai visto il successo che sta avendo?
Per il momento rappresentano il modo più veloce per far notare la propria musica, mi sembra fin troppo evidente. Ricordo le mie prime serate nei club dove suonavi e magari venivi ascoltato da un discografico o un giornalista che capitava lì per caso. Ora questa immagine è quasi impossibile. Magari tornerà in futuro ma per adesso i talent sono l'autostrada più veloce per la celebrità. Tra l'altro un reality ti insegna subito come stare davanti ad un pubblico e ad una telecamera, è una palestra importante. 

E dei vari mezzi con i quali ascoltare musica legalmente online? Mi riferisco a Spotify, Apple Music o Deezer, tanto per fare un po' di esempi...
Se si rispetta il lavoro degli artisti e di tutti quelli che lavorano alla realizzazione di un album per me non ci sono problemi. Anzi la diffisuione della musica è sempre da applaudire.

Hai collaborato con artisti del calibro di Pavarotti, Ray Charles, Jovanotti, Mina, Zucchero, Pino Daniele, Andrea Bocelli, Alicia Keys. Chi manca all'appello? 
Considerato il genere che suono e i miei precedenti, mi manca Stevie Wonder. Non oso dirti Aretha Franklin perché probabilmente non riuscirei nemmeno ad aprire la bocca per cantare accanto a lei. Sognare comunque non costa nulla. 

Ce l'hai un aneddoto familiare legato al mondo del pallone da raccontarmi?
Non solo ce l'ho ma non vedevo l'ora di dirtelo. Si tratta di un vero 'dramma'

Addirittura?
Io sono nata in una famiglia romana di sette fratelli dove mio padre e mio nonno erano gli unici laziali. Lo sono diventata anche io e per questo sono stata vittima di angherie e sfottò da parte di cugini e parenti che io ho sempre accettato per sportività. Poi cresco, vado a lavorare nella mia casa discografica e anche lì erano tutti romanisti. Io accettavo la dialettica con loro perchè alla fine il rispetto reciproco si basa sulla coerenza e sul fatto che la fede non si cambia. Poi mi accade questa cosa meravigliosa, ovvero la nascita di mio figlio che ora ha sei anni e mezzo e senza che nessuno ci abbia lavorato... mi diventa romanista! Capisci il dramma? Solo chi vive nella capitale può avere una parziale idea del caos di avere un figlio biondo che va in giro con la divisa della Roma. Una divisa che tra l'altro gli ho dovuto comprare io. 

E che metodo hai utilizzato per provare ad arginare il problema?
Nessuno. Mi vedo le partite della Roma, lui mi chiede per chi tifo, io tento di far valere i miei diritti ma sono in minoranza anhe perchè il mio compagno non mi aiuta non essendo un appassionato di calcio. Mio figlio già sa tutto di Totti. Mio padre l'ha presa malissimo. 

Non hai neanche provato a fargli cambiare idea?
Durante le partite della Roma in tv cerco di mantenere una mia sanità mentale provando a spiegare a mio figlio che il bel gioco c'è da tutte e due le parti che i campioni non sono solo alla Roma. Alui però non gli interessa proprio il mio pensiero e va avanti per la sua strada. 

Tu però hai sempre accettato il confronto con le altre fedi calcistiche, giusto?
Io sì. Una volta all'Olimpico incrociai Bruno Conti lo salutai con ammirazione tanto era il mio rispetto nei suoi confronti. I campioni vanno sempre applauditi.

Quindi in bocca al lupo per il prossimo derby...
Grazie, ne ho bisogno. Sarà una giornata molto calda. Litigheremo di sicuro.


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