Il Padiglione Guatemala, ultimo avamposto dell’ideologia

L’approccio dell’esposizione è finalizzato all’affermazione di un’ edilizia atta a celebrare l‘ideologia e non soltanto l’uomo
Il Padiglione Guatemala, ultimo avamposto dell’ideologia
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ROMA - Il Padiglione Guatemala presente alla 16.a Biennale di Venezia Architettura, a cura di Stefania Pieralice e Daniele Radini Tedeschi, nonché diretto dal Ministro della Cultura José Luis Chea Urruela, si intitola Stigma ed è ospitato nel piano nobile dello storico Palazzo Albrizzi Capello situato nel sestiere Cannaregio di Venezia.
 
L’approccio dell’esposizione è finalizzato all’affermazione di un’ edilizia atta a celebrare l‘ ideologia e non soltanto l’uomo. Dunque un’architettura di stampo sociale frutto di un amalgama tra razze diverse, non ispirata a un interesse economico globale, bensì lontana da una logica capitalista e funzionalista.
 
I curatori hanno selezionato plastici e modellini celebrativi di un’edilizia popolare, ispirata alla fratellanza e ad una ideologia sociale diffusa. Tuttavia Stigma è anche il “segno” umano di tale visione utopica, impresso oltre che sulle costruzioni anche sull’uomo e sulle ossature/pilastri del corpo, originando veri e propri “edifici esistenzialisti”. 

Espositori invitati: Regina Dávila, Adriana P.Meyer, Marco Manzo, Studio Doumus, Elsie Wunderlich,  Ur Project ( collettivo formato da: Ana Aleman, Aldo Basili, Carlo Caldara & Federica Kluzer, Victor J.Cohen, Tina Marzo, Axel Paredes, Guillermo Pemueller, Lucia Tomasi). 


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