Benedetta Porcaroli: «I miei vent'anni»

La giovane attrice è lanciatissima: dopo Tutto può Succedere e Perfetti Sconosciuti, sconvolge l'Italia dello streaming televisivo con Baby, storia che coinvolge Roma da vicino
Benedetta Porcaroli: «I miei vent'anni»
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Quello delle baby squillo di Roma nord è stato uno dei casi di cronaca, ma forse anche sociali, più sconvolgenti degli ultimi anni. Ha coinvolto personalità insospettabili, ma soprattutto un giro di prostituzione minorile che evidenzia sempre più il male di vivere del nostro tempo. E non solo tra i più giovani. In una politica creativa molto attenta a ciò che arriva dalla società, Netflix ha deciso di trasformare questo caso giudiziario e di cronaca in una serie tv. Così dopo la “Suburra” dove si mescolano vita e malaffare, non poteva non chiamarsi Baby la miniserie di 6 puntate che segue un gruppo di adolescenti del quartiere Parioli che sfidano le convenzioni, alla ricerca di un’identità e dell’indipendenza, tra amori proibiti, pressioni familiari e segreti condivisi. La sua forza è il linguaggio, rivolto fortemente al pubblico che rappresenta, capace, chissà, di gettare un ponte tra genitori e figli attraverso lo schermo blu e il divano di casa dove brilla il canale streaming. 

Protagonista di Baby è Benedetta Porcaroli che, insieme ad Alice Pagani, si trova a vivere il malessere adolescenziale e i temi che ne conseguono. Incontriamo Benedetta nel pieno di un tour promozionale che l’ha trasportata in giro per l’Italia, tra treni, aerei, in costante movimento, ma sempre più consapevole. Appena ventenne, già ha partecipato a una fiction di successo come Tutto Può Succede e ha avuto un ruolo in uno dei film più importanti del cinema italiano degli ultimi anni, Perfetti Sconosciuti. Benedetta, sei una stella nascente della televisione e del cinema italiano. Ormai da quattro anni vivi questo mondo. Fino a poche settimane fa, il tuo volto tappezzava le fermate della metropolitana di Roma, la tua città natale. 

Come è cambiata la tua vita?
«Radicalmente. Ho iniziato a lavorare a sedici anni, non ho mai avuto i parametri dei miei coetanei. Mi trovo spesso a stare insieme agli adulti, esco con persone che hanno l’età di mia madre. Mi ritrovo bene  con loro perché mi sento di appartenere a due mondi, non vorrei perdere nessuno dei due. Nel mio lavoro sono abituata a stare con gli adulti, poi c’è la mia parte “adolescenziale” che non mi fa perdere i miei soliti amici, i miei legami sono rimasti gli stessi, certo la mia vita è completamente diversa rispetto a quella di qualunque mio amico». 

Cosa ti manca dei vent’anni dei tuoi amici?
«È una questione di responsabilità. Finché studi all’università, il traguardo è sempre un po’ lontano, mentre per me è tutto subito, tutto adesso, tante persone si aspettano delle cose da me. È più complicata la faccenda, i miei amici hanno una spensieratezza che io purtroppo non ho più». 

Raccontaci la sfida di Baby nell’interpretare Chiara.
«È stato molto difficile perché, trattandosi di un fatto realmente accaduto a cui la serie, anche se in lontananza, si ispira,una vicenda che, bene o male, a Roma ha coinvolto tantissime persone, ho sentito una responsabilità enorme a interpretare un personaggio e rendergli giustizia sotto tutti i punti di vista e in tutte le complicate sfumature. La sceneggiatura ha aiutato a comprendere appieno tutti i conflitti di questa ragazza. Alla fine sono entrata in questo personaggio e non ho avuto nessun tipo di giudizio nei suoi confronti».

Ti sei chiesta come è potuto accadere? E quale risposta ti sei data?
«È stata la prima cosa che mi sono chiesta. È stato abbastanza sconcertante perché queste ragazze giravano nelle stesse zone dove uscivo io quando ero piccola, le conoscevamo un po’ tutti, è stato un fulmine a ciel sereno, ma anche perché è stata una cosa enorme. Mi sono chiesta dove fosse nato quel qualcosa che non andava, o se fosse semplicemente il bisogno di qualcos’altro. Aver interpretato Chiara, sotto questo aspetto, è stato illuminante, perché ti trovi a dover mettere nei panni di una storia così lontana dalla mia vita».


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