ROMA - Un successo al botteghino, anzi un trionfo. La ragazza del treno ha fatto capolino nelle sale cinematografiche prendendosi subito il gradino più alto del podio del box office italiano. Il film, adattamento del best seller del romanzo scritto dall’inglese Paula Hawkins, è stato accolto con pareri favorevoli di critica e pubblico. Del resto era facilmente prevedibile visto il trionfo ottenuto dal giallo della Hawkins. Eppure il film (inevitabilmente) non rende giustizia al libro. Nelle trecento e rotte pagine del libro si percepiva fin da subito una tensione narrativa e uno sviluppo della storia molto ben congegnato. Sul grande schermo tutto questo c'è solo in parte. Manca la potenza del racconto preferendo concentrarsi solo sulla semplice trama facendo risultare il prodotto un po' troppo piatto. Ovviamente su un libro la possibilità di approfondire la psicologia dei personaggi è pressochè illimitata, un vantaggio che la carta avrà sempre rispetto alla pellicola che bene o male deve raccontare tutto in due ore. Emily Blunt sfrutta al massimo il suo enorme talento per provare a dare credibilità ad un personaggio, Rachel, molto complesso. Il prodotto finale è gradevole ma non convince fino in fondo. Era una missione quasi impossibile del resto replicare il successo del libro della Hawkins.