Per Dolan “È solo la fine del mondo”

Il nuovo film dell'enfant prodige del cinema mondiale colpisce al cuore
Per Dolan “È  solo la fine del mondo”
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Come far entrare il teatro al cinema, ampliandone i confini e la narrazione? Ci pensa l’enfant prodige del cinema mondiale, Xavier Dolan, classe 1989 già arrivato al sesto film, lungometraggi che di solito scrive, dirige e monta. È solo la fine del mondo è nelle sale da oggi ed è basato sulla piece teatrale di Jean-Luc Lagarce, e ha vinto il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 2016.

Gaspard Ulliel è Louis, scrittore di 34 anni che decide di incontrare la propria famiglia per annunciare di essere in fin di vita 12 anni dopo averli lasciati per rincorrere i propri sogni artistici. E' solo la fine del mondo è il racconto della sua ultima (?) giornata insieme a sua madre, Martine (Nathalie Baye), il fratello Antoine (Vincent Cassel) e sua moglie Catherine (Marion Cotillard) e la sorella Susan (Lea Seydoux).

Una giornata in cui riemergono i fantasmi e gli spiriti del passato, dissapori vecchi e nuovi, raccontati con un respiro magico che incornicia ogni silenzio, ogni momento, ogni dialogo dentro un espressivo formato 2.35:1 per dare maggiore spazio alle facce e le espressioni dei protagonisti. 

Dolan ha spiegato come consideri È solo la fine del mondo il suo “miglior film” e come «La cosa bella del testo è il nervosismo dei personaggi, si esprimono in modo superficiale» - dice Dolan. «Il ruolo di Gaspard è complesso, gli altri personaggi parlano tanto. Lui fugge costantemente in un altro universo, in casa sua nessuno ascolta davvero nessuno. Sono personaggi umani ma sgradevoli, come la gente reale. Ho chiesto agli attori di trasmettere i difetti degli esseri umani». 

Dolan ha mantenuto l’impianto quasi teatrale, storia e dialoghi si svolgono fondamentalmente nella casa della madre di Louis senza però lasciare mai fiato allo spettatore, aiutato dalla meravigliosa colonna sonora che scandisce le varie sequenze tra Camille (Home is where it hurts, tradotto la casa è dove ci si ferisce, titolo che sintetizza perfettamente la pellicola), Moby (Natural Blues), addirittura i Blink 182 (I miss you) e la hit romena Dragostea Din Tei.


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