Dunkirk, Nolan firma uno dei film più belli dell'anno

Il regista di Interstellar emoziona con il film ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale
Dunkirk, Nolan firma uno dei film più belli dell'anno
Mattia Rotondi
3 min

ROMA - Interstellar è stato uno dei film che ha diviso più critica e spettatori negli ultimi tempi. Dunkirk non avrà questo problema: l'ultima opera di Cristopher Nolan è una grande esperienza, oltre che essere un gran film. Ci si potrà dividere tra chi è più o meno entusiasta, tra chi lo ritiene un capolavoro assoluto e chi non se la sente di sbilanciarsi così tanto, ma Nolan con Dunkirk fa un balzo in avanti deciso nella sua carriera, ritornando ai fasti dei suoi primi lavori, Following e Memento. 

LA TRAMA - Dunkirk, ovviamente, racconta la storia della più grande evacuazione mai vista durante una guerra, quella dei soldati perlopiù britannici costretti dai tedeschi su una piccola spiaggia. 400 mila uomini in attesa di tornare a casa, un punto cruciale della Seconda Guerra Mondiale e in generale della storia europea. 

LE STORIE - Nolan decide di intraprendere la strada più difficile per raccontarla: tre linee narrative temporalmente diverse (una settimana prima, un giorno prima, un'ora prima l'evacuazione), che seguono alcune singole storie individuali. Una necessità, dice lui, perché gli uomini rimangono una settimana sulla spiaggia, i soccorritori un giorno in mare e gli aviatori della RAF soltanto un'ora in aria. Ne viene fuori un'esperienza completamente immersiva, resa quasi "faticosa" a livello emotivo vista l'intensità. Una sensazione aumentata dalla colonna sonora di Hans Zimmer che non lascia tregua. Così come tregua non ebbero i soldati durante quelle ore convulse. 

LE SCELTE - Nolan ha deciso di girare in IMAX e 65 mm, per restituire l'ampiezza e l'epicità della storia. Campi lunghi e lunghissimi, azioni su larga scala, il regista ha voluto catapultare lo spettatore nella Storia. Peraltro il film è stato girato in gran parte nei luoghi reali, per "mentire" il meno possibile. La sceneggiatura è asciutta, soprattutto se rapportata ai precedenti lavori di Nolan: non c'è bisogno di parole in questo caso. E d'altra parte, in quei momenti così drammatici, difficilmente si sprecavano le parole. 

AL CINEMA - Insomma, un film da vedere, che ti prende nell'animo, con alcune sequenze davvero di altissimo cinema. E si può anche perdonare al regista, inglese e quindi intimamente coinvolto, un eccesso di retorica nel finale, che però non toglie nulla all'esperienza cinematografica. Da vedere, al cinema se si riesce, senza se e senza ma.


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