Beer Brodaz: «Forza Italrugby e poi tutti al concerto»

La band di Roma Sud sabato 16 marzo, nella notte di San Patrizio, torna live nella Capitale all'Orion Club. Arman Derviskadic, chitarrista del gruppo, racconta i 15 anni di musica e amicizia e la passione per la palla ovale e per i suoi valori
Beer Brodaz: «Forza Italrugby e poi tutti al concerto»
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Passione, sacrificio e tanta amicizia. Sono nati così più di 15 anni fa «due piani sotto terra, in una cantina di Roma Sud» i Beer Brodaz, un progetto musicale nato tra i banchi di scuola senza grandi pretese che oggi, invece, è diventato una realtà. Il segreto è crederci e non mollare mai, come ci ha raccontato Arman Derviskadic, chitarrista e fondatore della band insieme a Corrado Traballesi, Massimo Ricciardi e Stefano Mazzuca.
Dicevamo passione, sacrificio e amicizia. Valori che da sempre rappresentano uno sport, il rugby, dove quello che conta più di tutto è chi ti sta accanto e farcela tutti insieme. Proprio al rugby e soprattutto ai suoi valori la band romana, come il suo pubblico, è profondamente legata e dopo tre mesi di assenza dai palchi della Capitale è tornato il momento di un live. L’appuntamento è sabato 16 marzo (22.30) all’Orion Club, proprio nella giornata dell’ultima partita del Sei Nazioni dove l’Italia sfida la Francia. E allora «forza azzurri e poi tutti al concerto!».

Chi sono i Beer Brodaz e come nascono?
«I Beer Brodaz sono quattro ragazzi romani con una storia molto particolare. Siamo amici dai tempi del liceo e insieme abbiamo avviato questo progetto nel 2003, senza grandi pretese. In quindici anni non abbiamo mai mollato, abbiamo sempre continuato a crederci e, soprattutto negli ultimi mesi, ci siamo tolti un sacco di soddisfazioni. Da un progettino di quartiere è diventato una realtà nazionale. Nel 2017 e nel 2018 abbiamo portato avanti un tour nazionale e per la prossima estate ne stiamo organizzando un terzo». 

Il vostro è un genere poco inquadrabile, portate sul palco indie punk, ma anche ska, funk, reggae, pop e un po' di rock. C'è qualcuno a cui vi ispirate?
«Dal punto dell’ispirazione vera e propria non abbiamo dei precisi modelli di riferimento. Cerchiamo di fare in modo che la proposta musicale sia varia e di abbracciare più generi possibili. Ogni canzone ha un mood completamente differente. Le canzoni più movimentate, che vanno sullo ska e sul punk, sono quelle più amate dal pubblico. Non c’è un genere in cui possiamo identificarci totalmente, variamo e decidiamo di volta in volta in base al pezzo e all’argomento. In Italia esistono due band di riferimento in questo settore di musica un po’ più divertente e più comica che sono Elio e le Storie Tese e gli Skiantos. A Roma poi ci sono anche il Latte & i Suoi Derivati». 

Cosa vi aspettate dalla serata di sabato sera all’Orion Club?
«Siamo prontissimi e carichissimi. Sono tre mesi che ci stiamo preparando a questo live. L’ultima volta che abbiamo suonato a Roma era Natale e da quel momento ci siamo presi una pausa per ricaricarci un po’. Ci aspettiamo sicuramente tante risate e tanto coinvolgimento da parte del pubblico. Abbiamo cercato di organizzare una serata che sia molto trasversale per questo ci saranno altre band molto attive a Roma con seguito paragonabile al nostro (tra cui gli Inna Cantina Sound, ndi). Non mancherà una selezione di birre molto particolare per dare modo a chi vuole festeggiare San Patrizio al meglio di avere una scelta di altissimo livello. Ci aspettiamo e speriamo un una grande partecipazione anche del mondo del rugby. Sabato c’è Italia-Francia, ci auguriamo una grande vittoria degli azzurri e speriamo in tanta euforia dei tifosi del rugby durante il live». 

Siete molto legati al mondo del rugby e ai suoi valori. Proprio da qui è nato il grande successo con “Delinquenti prestati al mondo della palla ovale”, una sorta di inno al rugby.
«Ho giocato diversi anni a rugby al Villa Pamphili Rugby Roma, una società attiva dagli anni Ottanta e che oggi nella sua bellissima struttura a Corviale accoglie oltre 600 ragazzi. Come Beer Brodaz durante i concerti abbiamo avuto un forte coinvolgimento dei miei ex compagni e proprio per questo abbiamo deciso di scrivere una canzone sul rugby, “Delinquenti prestati al mondo della palla ovale”, che sui social si è diffusa a macchia d’olio, soprattutto nella comunità rugbistica, raccogliendo, solo nel lancio attraverso la pagina Facebook “Delinquenti prestati al mondo della palla ovale”, 1 milione e mezzo di visualizzazioni. Da quel momento il mondo del rugby ci ha seguito moltissimo. Abbiamo iniziato a partecipare ai terzi tempi delle squadre di tutta Italia e siamo riusciti a suonare anche al Terzo Tempo Peroni, dopo una partita della Nazionale nel Sei Nazioni, e al Milano Rugby Festival. Si parlava di decine di migliaia di persone sotto al palco, un’esperienza fantastica». 

Cosa ti aspetti dalla partita Italia-Francia?
«Personalmente nella mia esperienza da tifoso della Nazionale ho vissuto contro la Francia già due momenti bellissimi. Il primo quando ero in Erasmus a Stoccolma e vivevo in un dormitorio dove la metà degli studenti era francesi. La seconda quando mi trovavo a Parigi e anche lì, inevitabilmente, ero circondato da francesi. In entrambi i casi sono riuscito a portare a casa due belle soddisfazioni. Quindi non c’è due senza tre e poi tutti al concerto!».


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