Dayane sfila in vetta

Intervista alla bellissima modella brasiliana protagonista, dal prossimo 9 novembre, del primo celebrity adventure game, “Monte Bianco”
Dayane sfila in vetta
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Dall’alto dei tacchi alla vetta più alta d’Europa. Dalle passerelle in costume alle scalate sulle cime innevate. La modella brasiliana Dayane Mello racconta la sua ultima esperienza come concorrente, insieme ad altri sei volti noti, di “Monte Bianco”, il primo celebrity adventure game prodotto in collaborazione con Magnolia, in onda da lunedì 9 novembre, alle 21.15, su Rai 2. «Un’esperienza unica e molto forte» che ha messo a dura prova una bellezza mozzafiato abituata alle assolate spiagge brasiliana e che invece si è ritrovata a dover affrontare il freddo più estremo.

Partiamo da “Monte Bianco”, game d’avventura che vedremo su Rai 2 dal 9 novembre. Che esperienza è stata?
Un’esperienza unica e molto forte. Mai fatto niente del genere nella mia vita. Un’avventura estrema in cui ero cosciente del rischio continuo anche della mia stessa vita.
La cosa più difficile che hai dovuto affrontare in questa avventura?
Il momento in cui sono arrivata in vetta al Monte Bianco. Siamo stati quattro giorni sulla neve. Abbiamo dormito e mangiato sempre lì, ho sofferto tantissimo il freddo e non vedevo l’ora di andare via.
E quale la parte più bella?
Le mie vittorie (ride, ndi).
Per una che viene dal Brasile, patria del mare e del sole, salire così in alto e sfidare il freddo non deve essere stata proprio facile.
Una sensazione di libertà, di forza, un’esperienza davvero estrema. Non riesco nemmeno a spiegartelo.

Ma dimmi la verità, meglio le infradito e il costume, giusto?
Tutta la vita (ride, ndi)
Cosa ti ha insegnato questa esperienza?
Che bisogna fare dei sacrifici per superare gli ostacoli che si incontrano nella vita per arrivare alla vittoria finale. E poi che della montagna bisogna avere rispetto.
Ma una che viene dal mondo della moda come decide di partecipare a un’avventura così estrema?
Ho fatto la modella per tanto tempo e questa è stata l’opportunità di fare qualcosa di diverso. Un’esperienza molto bella così come lo era stato “Ballando con le stelle”.
A proposito di “Ballando con le stelle”, hai smesso o continui ancora a ballare?
No, ho smesso.
La moda, invece, quando è entrata a far parte della tua vita?
Ho iniziato a 16 anni ed è sempre stata il mio lavoro principale. Ormai è la mia vita.
Oggi sei tra le più richieste, ma se potessi scegliere tu per quale grande firma ti piacerebbe sfilare?
Dolce&Gabbana.
Ricordi il capo d’abbigliamento più strano che hai indossato?
Forse un trucco strano o un cappello fatto male.
Cosa non deve mai mancare nel tuo armadio?
Un jeans nero.
Qual è lo stereotipo del mondo della moda che a te dà più fastidio?
Pensare che fare la modella è tutto rose e fiori. Non è così. Ci sono delle regole da seguire e ci vuole molta disciplina.
Se un giorno tua figlia ti dicesse che vuole fare la modella?
Le direi che prima deve studiare e fino a 18 anni è no. Dopo la scelta è sua e fa quello che vuole.
Progetti futuri?
Continuare a fare i miei lavori con tutto l’amore e la passione possibile. Continuo così finché sono giovane, poi si vedrà.
E se dovesse arrivare una proposta per un film al cinema?
Volentieri, ci provo. Non si sa mai (ride, ndi).
Cercando in rete ho notato che sei molto attiva sui social.
Li uso soprattutto per lavoro e per la mia immagine. Purtroppo, oggi, se non curi questo aspetto e non sei molto seguita sui social preferiscono prendere anche una più brutta, ma che ha più seguito. E questa cosa mi fa schifo.
Raccontaci com’è Dayane nella vita di tutti i giorni.
Una donna molto disciplinata, che fa la mamma, va in palestra, prepara da mangiare, pulisce la casa, lava i vestiti, esce con gli amici, aiuta chi ha bisogno. Dayane ha un cuore gigante.
Parliamo di sport. Ti sei cimentata nell’alpinismo, ma tu che sport segui?
Seguo la ginnastica e il nuoto più che il calcio.
Ma una brasiliana che non segue il calcio è un po’ strano.
Colpa di mio padre. Quando ero piccola tutti i giorni mi faceva vedere le partite. Così ho detto: “Basta non voglio più vedere il calcio nella mia vita”.


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