Al Teatro Sala Umberto Ostaggi, un'opera di denuncia sociale

Da domani fino al 20 novembre sarà in scena lo spettacolo scritto e diretto da Angelo Longoni con la partecipazione dell'intramontabile Silvana Bosio
Al Teatro Sala Umberto Ostaggi, un'opera di denuncia sociale© Marina Alessi
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Ostaggi, il nuovo lavoro del regista Angelo Longoni, sarà in scena sul palco del Teatro Sala Umberto da domani fino al 20 novembre. Opera di forte denuncia della realtà odierna, si presenta come una metafora delle disuguaglianze sociali, economiche e razziali; un apologo sulla profonda crisi che ormai stiamo vivendo da anni.

La storia, cruda ma divertente, è caratterizzata dalla concentrazione di sentimenti estremi, a volte violenti e drammatici, a volte comici al limite del paradossale. Molti e profondi sono gli spunti riflessivi e le interpretazioni su cui lo spettatore può soffermarsi.

La trama racconta di un uomo che, riuscito a fuggire a un inseguimento della polizia dopo una rapina in banca, tiene in ostaggio quattro persone in una panetteria. L’uomo inizia una tormentata trattativa con le forze dell'ordine, in un concitato scambio di proposte e controproposte. A rendere la situazione difficile e comicamente bizzarra sono gli ostaggi che casualmente si trovavano nel negozio al momento dell’irruzione. Oltre al panettiere, proprietario del locale, sono presenti un'anziana pensionata dal precario stato di salute, una prostituta dai modi sbrigativi e anticonvenzionali e un extracomunitario. Tra i personaggi iniziano a sorgere contrasti e ostilità che alimentano una divertente lotta per la sopravvivenza. Tra colpi di scena e capovolgimenti di fronte, emerge lentamente anche una straordinaria e quasi commovente solidarietà che metterà sullo stesso piano tutti quanti, sequestratore e prigionieri.

La movimentata commedia, che fa leva sull'ottima interpretazione di talenti come Michela Andreozzi, Jonis Bascir, Pietro Genuardi, Gabriele Pignotta e l'intramontabile Silvana Bosi, è in grado di riflettere l’anima di una comunità che, a dispetto della disgregazione che sta vivendo, ritrova un’umanità solidale e profonda. 


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