“Il penitente” sul palco del Teatro Eliseo

Da domani al 26 novembre Luca Barbareschi (anche regia) e Lunetta Savino portano in scena l'ultimo testo del drammaturgo statunitense David Mamet
“Il penitente” sul palco del Teatro Eliseo© Bepi Caroli
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Al Teatro Eliseo, da domani al 26 novembre, va in scena “Il penitente”, la rappresentazione teatrale dell’ultimo testo composto nel 2016 per il teatro dal drammaturgo statunitense David Mamet - Premio Pulitzer per Glengarry Glen Ross -. Sul palco a raccontare questa «lucida analisi del rapporto alterato tra comunicazione, spiritualità e giustizia nella società contemporanea» ci saranno Luca Barbareschi (anche regista dello spettacolo), Lunetta Savino, Massimo Reale e Duccio Camerini. Dallo spettacolo emerge un’inquietante panoramica sulla società moderna ormai alterata sia nei suoi equilibri che nell’integrità del singolo. 

Sul palco andrà in scena una tragedia moderna, un dilemma morale che racconta le vicende di uno psichiatra che affronta una profonda crisi professionale e morale che si manifesta nel momento in cui si rifiuta di testimoniare in tribunale a favore di un suo paziente accusato di aver compiuto una strage. “Il penitente” è anche sospettato di omofobia e per questo subisce una vera gogna mediatica e giudiziaria finendo su tutte le prime pagine. L’influenza della stampa, la strumentalizzazione della legge, l’inutilità della psichiatria, sono questi i temi di una pièce che si svolge tra l’ambiente di lavoro e il privato del protagonista. Tutto questo ovviamente influisce sul suo rapporto matrimoniale, ecco allora che lo spettacolo, anzi il dramma, si svolge in otto scene, otto atti di confronto tra marito e moglie, con la pubblica accusa e con il proprio avvocato. Fino al colpo di scena finale. «“Il penitente” è la vittima dell’inquisizione operata dai media. È ciò che accade all’individuo quando viene attaccato dalla società nella quale vive ed opera, quando la giustizia crea discriminazione per avvalorare una tesi utilizzando a questo fine l’appartenenza religiosa – continua Luca Barbareschi -. A cosa può servire rivendicare la ragione se, come dice Mamet, ciò significa isolarsi, uscire dal coro ed essere puniti per questo? In una storia, chi sfida la menzogna e difende la verità è in genere l’eroe della vicenda, è l’uomo buono. Ma qui uomo buono è definizione ironica, sarcastica. La società reclama il sacrificio di ogni integrità. Tutto è sottosopra sembra dire Mamet, e l’assenza di etica governa un mondo capovolto


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