La vita romanzesca di Sacchi e l'eterno duello tra Bartali e Coppi

I primi anni di Sacchi, da Fusignano ai trionfi con il Milan. Un metodo matematico per stabilire chi sia stato il più forte tra Bartali e Coppi
La vita romanzesca di Sacchi e l'eterno duello tra Bartali e Coppi
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Mettete nel contenitore una personalità molto complessa, una serie di idee rivoluzionarie, una dedizione al lavoro pressoché totale, l’ombra dello stress sempre presente. Mescolate con i protagonisti del nostro calcio degli Anni Ottanta e frullate il tutto con pensieri, dialoghi e sensazioni partoriti dalla penna di uno scrittore non banale, appassionato di sport quanto di letteratura. Il prodotto finito è questo “Arrigo” - a nostra memoria uno dei pochissimi libri dedicati al profeta di Fusignano - una biografia romanzata di Arrigo Sacchi, l’allenatore che fu protagonista in panchina dei primi anni del Milan di Berlusconi e che sulla panchina dei rossoneri ha vinto tutto quanto c’era da vincere (anche se in Italia in definitiva ha portato a casa “solo” uno scudetto). Un allenatore amato e odiato in ugual misura, capace di portare la squadra - e se stesso - sempre al limite, in quel confine labilissimo che separa il trionfo dalla delusione. Dall’infanzia, dal difficile rapporto con il padre, Augusto Sacchi - Cavaliere anche lui, come Re Silvio… - alla breve carriera da calciatore, alla scoperta rivelatrice dei metodi di allenamento del Bayern di fine Anni Sessanta, fino al Parma che un giorno a San Siro stregò il Milan e il suo proprietario, che voleva cambiare il calcio e ci riuscì grazie soprattutto al tecnico romagnolo. Gli inizi difficili in rossonero, poi il trionfo tricolore di Napoli, i successi a ripetizione in Europa e nel Mondo, fino al declinare della sua avventura milanese. Il libro si chiude con il passaggio di Sacchi alla Nazionale, a segnare emblematicamente la fine di un’era. Dopo l’esperienza in azzurro, Sacchi lascerà prematuramente la panchina, per un ruolo dirigenziale. Ma il suo segno, la sua idea di calcio sempre prepositivo, gli sopravviveranno a lungo.
ARRIGO, la storia, le idee, il consenso, la fiamma; di Jvan Sica, edizioni InContropiede, 188 pagine, 14,50 euro.

Chi fu più forte, Gino Bartali o Fausto Coppi? Il dibattito - che come è noto appassionò nel Dopoguerra legioni di appassionati - è ancora di moda tra i ciclomani di mezza età. A questa eterna domanda prova a rispondere, con criteri aritmetici, Gianni Castagnoli, autore di libri e storico del ciclismo. Certamente il metodo farà storcere la bocca agli appassionati, propensi naturalmente ad attribuire maggiore spessore ai ricordi e alle emozioni delle imprese mitiche dei due campioni, piuttosto che al semplice calcolo dei successi e delle sconfitte, però non va sottovalutato, se non altro per l’immane lavoro di cui è stato protagonista l’autore. Castagnoli, infatti, ha ricostruito nei minimi dettagli le carriere dei due campioni, attribuendo un punteggio - naturalmente diverso a seconda dell’importanza e della difficoltà - ad ogni gara a cui hanno partecipato, addirittura arricchendolo con altri termini di paragone, dagli eventuali distacchi nelle classifiche finali fino all’altimetria delle corse in montagna. Ne esce un resoconto incredibilmente completo, solo apparentemente arido, perché dietro quei numeri e quei calcoli sono ben presenti ed evidenti le imprese che resero leggendari il ciclista toscano e quello piemontese. Il risultato finale premia Bartali, quasi un omaggio postumo al campione, a cento anni esatti dalla sua nascita. Un verdetto che probabilmente non sarà accettato dai tanti coppiani che ancora popolano il mondo del ciclismo, ma che sarebbe sbagliato comunque ignorare.
GINO BARTALI, L’UOMO PIU’ FORTE DI TUTTI; di Gianni Castagnoli, Bradipolibri edizioni, 272 pagine, 19 euro.


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