I cicli vincenti della Juve e le biografie di Fogli e Sormani

Dai cinque scudetti di fila degli Anni Trenta ai trionfi a ripetizione di Conte, il racconto delle strisce vincenti della Juventus. E poi le carriere parallele di Romano Fogli e Angelo Benedicto Sormani, il "Pelè bianco".
I cicli vincenti della Juve e le biografie di Fogli e Sormani
Massimo Grilli
4 min

La straordinaria rimonta della Juve, con la possibilità di arrivare a centrare un altro risultato storico (se è vero che nessuna squadra è mai riuscita a vincere lo scudetto dopo una partenza così deficitaria come quella della squadra di Allegri) è la dimostrazione ulteriore del carattere di una squadra e di una società che davvero hanno nel Dna la voglia di vincere, sempre e comunque, senza cedimenti o alibi. Questo libro di Pandolfini lo spiega benissimo, rivisitando i (tanti) cicli vincenti dei bianconeri. Dai cinque titoli italiani consecutivi degli Anni Trenta - in coincidenza con l’arrivo di Edoardo Agnelli alla presidenza - la Juventus non ha più smesso di primeggiare, pur con qualche fisiologica pausa di assestamento. Dal 1971 al 1986 ha vinto addirittura nove scudetti, poi è arrivato il periodo vincente di Lippi, le vittorie cancellate di Capello e infine, dopo aver conosciuto l’amarezza della serie B, il ciclo d’oro di Conte, a cui Allegri ha saputo dare un degnissimo seguito. Quasi centoventi anni di trionfi e di grandi campioni, più di un secolo nel segno dell’organizzazione e della professionalità. E soprattutto di una smodata e straripante voglia di vincere. D’altra parte, non fu Boniperti a dire, «alla Juventus vincere non è importante, è l’unica cosa che conta»?
JUVENTUS, I LEGGENDARI CICLI VINCENTI, dagli Anni Trenta ai trionfi di Andrea Agnelli; di Roberto Pandolfini, Kenness Publishing, 158 pagine, 16,95 euro.

Due belle biografie, due campioni quasi coetanei (Fogli è del ’38, Sormani di un anno più giovane, hanno anche giocato insieme nel grande Milan di Rocco), due protagonisti - uno difensore ma all’occorrenza anche centrocampista, l’altro attaccante dal tiro potente - che hanno occupato un posto importante nel calcio degli Anni Sessanta ma che sono ricordati - oltre che per la bravura e i successi - per il loro comportamento dentro e fuori del campo, da esempio anche per le nuove generazioni. E non deve essere un caso se entrambi si sono preoccupati negli ultimi anni di insegnare il calcio ai più giovani. Romano Fogli è stato tra i giocatori più amati di Torino, Bologna, Milan e Catania, le principali squadre nelle quali ha giocato. Nato in provincia di Pisa, a diciassette anni debuttò in serie A con la maglia del Torino, ma i principali successi li ha ottenuti nel Bologna (uno scudetto, quello famoso della ”bella” dell’Olimpico contro l’Inter) e nel Milan (una Coppa dei Campioni e una Intercontinentale) prima di chiudere la carriera a Catania, dopo quasi cinquecento partite da professionista. Ha anche giocato tredici volte in Nazionale (condividendo la storica delusione della Corea), da allenatore invece fece esordire un certo Roberto Mancini ed è stato il secondo di Trapattoni alla Fiorentina e di Gentile nell’Under 21. Anche Sormani ha una bellissima storia da raccontare. Nato in Brasile nella zona di San Paolo, da genitori di origine toscana, ha giocato con il Santos insieme al grande Pelè (e lui era soprannominato il “Pelè bianco”) prima di sbarcare in Italia nel 1961, chiamato dal Mantova di Edmondo Fabbri. Passato alla Roma per la cifra record di 500 milioni, nella Capitale vinse solo una Coppa Italia. Con la maglia del Milan si tolse ben altre soddisfazioni, vincendo uno scudetto, la Coppa dei Campioni, la Coppa delle Coppe e l’Intercontinentale. Giocò anche con Sampdoria, Napoli, Fiorentina e Vicenza. Grazie alla cittadinanza italiana, indossò anche la maglia azzurra, ma fu coinvolto nel fallimento del Mondiale cileno del 1962 e scese in campo solo sette volte volte. Nel libro su Fogli troviamo una straordinaria rassegna statistica della sua carriera, con tutti i tabellini delle partite ufficiali da lui giocate, in quello di Sormani ci sono piaciute particolarmente le pagine sulle sue vicende più personali, soprattutto nei ricordi dell’infanzia brasiliana nella città di Jaù.
ROMANO FOGLI, classe e lealtà mondiali; di Giuliano Musi, Minerva Edizioni, 234 pagine, 15 euro.
IO SONO IL PALLONE, di Angelo Benedicto Sormani con Martina Bonichi; Ultrasport edizioni, 157 pagine, 15 euro.


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