Le carriere di Tardelli e Gentile e il romanzo di Cantona

Le autobiografie di Tardelli e Gentile, così diversi nella vita e così vicini in campo, nella Juventus e nella Nazionale; e il romanzo di Cantona, quel giorno che prese a calci un tifoso del Crystal Palace...
Le carriere di Tardelli e Gentile e il romanzo di Cantona
Massimo Grilli
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«A pensarci bene, abbiamo vissuto quella notte nel modo migliore possibile, ridendo. Con Paolo Rossi, Antonio Cabrini e Gaetano Scirea, a fare scherzi telefonici. Erano fissati. Chiamavano in Giappone, in Cina, nei paesi dove si parlano le lingue più incomprensibili e iniziavamo a imitare gli sciagurati dall’altra parte della cornetta, finché quelli non ci sbattevano il telefono in faccia, esasperati». Lo scrive Marco Tardelli, nell’autobiografia - «Tutto o niente» - scritta con la figlia, la giornalista Sara, che l’ha accompagnato nei ricordi con quella ferma dolcezza tipica di certe donne. Quella notte è esattamente quella notte. 11 luglio 1982, Santiago Bernabeu. Campioni del mondo, tre volte, come ci raccontò Nando Martellini. E basterebbe questo episodio, questa intima verità, questa confessione venata di ingenuità fanciullesca, per raccontare un uomo, un campione, un’intera generazione e il suo tempo. «Una sera mio papà, durante la cena, dice che forse dovremo lasciare la Libia per andare in Italia. Divento triste per la prima volta: non capisco perché dobbiamo abbandonare quella bella casa con il giardino dove stiamo bene, la scuola, l’oratorio, gli amici». Questo è Claudio Gentile, pure lui ha scritto un’autobiografia - «E sono stato Gentile» - con il giornalista Alberto Cerruti.  Siamo qui di fronte a due libri pieni di vita - cosa non frequente nel panorama della letteratura sportiva in Italia - tra ricordi e ferite, aspirazioni e inciampi, gol e tackle, i campioni del mondo Gentile e Tardelli riavvolgono la pellicola di quel film che li ha visti protagonisti, in campo prima e fuori poi, con una lucidità che apprezziamo. Il valore aggiunto delle loro memorie è infatti quello di portarci per mano in un territorio comune. Può sembrare strano, ma è così. Loro erano i campioni, noi - bambini - la platea. Ma abbiamo incrociato lo stesso tempo, ed è stato un privilegio sapere che - da una parte all’altra del campo - correvano fino a sfibrarsi due uomini, prima ancora che due calciatori, come Claudio Gentile e Marco Tardelli. (Furio Zara)
TUTTO O NIENTE, di Marco Tardelli e Sara Tardelli, Mondadori Editore, 167 pagine, 18 euro,
E SONO STATO GENTILE, di Claudio Gentile con Alberto Cerruti, Rizzoli Editore, 205 pagine, 17 euro.

Cosa ci si può aspettare da uno scrittore che viene presentato così, «è nato a Roma nel giorno in cui Van Basten ha esordito con la maglia dell’Ajax»? Che scriva, almeno, bei libri sul calcio. E Andrea Romano, dopo averci divertito con l’ottimo “Manicomio Football Club”, ci ha regalato ora questo libro molto particolare su Eric Cantona (personaggio leggendario del calcio e non solo, ancora amatissimo dagli appassionati) il suo idolo sin da quando «a tredici anni restava in piedi fino a tarda notte per guardare le sintesi dello United del Re su Italia1». Per parlarci di Cantona, il Re appunto, Romano parte dalla notte storica del 25 gennaio del 1995, un mercoledì di campionato con il Manchester United - in lotta per la conquista della Premier - in casa del Crystal Palace. Il risultato non si sblocca, l’asso francese è marcato fin troppo durante da tale Richard Shaw, fino alla inevitabile reazione e al cartellino rosso. Mentre Cantona si avvia verso gli spogliatoi, succede l’inimmaginabile: un tifoso di casa, Matthew Simmons, vent’anni, che tre anni prima aveva picchiato e rapinato un cingalese, scende di corsa i gradini della curva per insultare Cantona. Eric si gira e con un calcio stile kung fu lo colpisce in pieno petto. Con una scrittura vertiginosa e sofferta (è esagerato dire che ci ha ricordato a tratti lo stile di David Peace?), Romano ha romanzato alla grande questi giorni da romanzo, a disegnare una storia che - è la vita che funziona così - lascerà sul campo solo sconfitti: Simmons perderà lavoro, amici e familiari, Cantona sarà squalificato per otto mesi, il Manchester di Ferguson non riuscirà a vincere il titolo. Per Cantona un altro capitolo particolare in una carriera ormai mitica, come la frase che - dopo la sentenza - regalò agli attoniti cronisti: «Quando i gabbiani seguono il peschereccio è perché pensano che delle sardine stanno per essere gettate in mare…».

CANTONA, The King; di Andrea Romano, Giulio Perrone Editore, 159 pagine, 13 euro.


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