Il dizionario Pop del calcio e le due stagioni di Paulo Sousa a Firenze

Miti, riti, simbologie e personaggi cari alle tifoserie italiane; e le due stagioni di Paulo Sousa alla guida della Fiorentina, tra sogni e delusioni.
Il dizionario Pop del calcio e le due stagioni di Paulo Sousa a Firenze
Massimo Grilli
4 min

Da Andy Capp, protagonista (costantemente avvinghiato al suo divano) di un fumetto inglese, emblema del calciofilo bevitore di birra, scansafatiche e sostenitore “local” (una sua statua è stata eretta ad Hartlepool, città natale di Reg Smythe, autore delle “strisce”) diventato un idolo delle nostre tifoserie, fino a Zemanlandia, emblema di un altro calcio - libero da tatticismi e tutto proteso verso la metà campo avversaria - troppo spesso contraddetto dai risultati ma presenza leggendaria e costante nell’immaginario di tutti gli appassionati di calcio (meno di quelli juventini, probabilmente, ma questa è un’altra storia). Uno splendido dizionario pop delle principali icone utilizzate dalle nostre tifoserie, cariche di storia e tradizioni. Da Gigi Meroni alla Fantascienza (quella copertina di Urania di mezzo secolo fa, “Genoa-Texcoco 0-0”…), da Holy e Benji a Nick Hornby, dalle figurine Panini al Guerin Sportivo, un divertente viaggio trasversale nei miti e nei simboli del nostro calcio, con uno sguardo affettuoso verso gli Anni Ottanta e Novanta. I calciatori
(c’è Luther Blissett, con i suoi gol sbagliati, diventato la firma di un collettivo di scrittori, ma anche Puggioni, portiere ora al Benevento, messo fuori rosa nel Chievo dopo aver rifiutato il trasferimento al Genoa, lui grande tifoso della Sampdoria), i film, i cori, i primi sponsor, le bandiere, i fumetti, i “mendicanti del buon calcio” (come si definì splendidamente Edoardo Galeano). Una carrellata coloratissima «da vivere - ci ricorda l’autore, appassionato studioso dei movimenti giovanili e delle tifoserie ultras, alla cui storia dedica nel libro un’ampia sezione - come liberi cittadini dell’unica confederazione possibile per chi si imbarca in
questo viaggio: quella di Futbolandia».
CALCIOPOP, dizionario sentimentale del pallone; di Giovanni Tarantino, Edizioni il Palindromo, 214 pagine, 17 euro.

Due anni tra grandi speranze e cocenti delusioni, così può essere sintetizzata l’esperienza di Paulo Sousa sulla panchina - sempre “speciale” - della Fiorentina. Quasi un instante book, quello di Giacomo Cialdi, che prova ad analizzare la breve avventura del tecnico portoghese sulle montagne russe di una tifoseria e di una città passionali come pochi. Dalla difficile accoglienza, per i suoi trascorsi da giocatore con la maglia della Juventus, al rapido innamoramento, grazie ai risultati di una squadra bella a vedersi ma anche pratica e capace di raggiungere la vetta della classifica dopo sedici anni. Poi il ridimensionamento in classifica (con il quinto posto finale) e la nuova stagione - quella conclusa pochi mesi fa - vissuta, racconta l’autore, come «un andirivieni di sorprese, in cui si alternano stupore per prestazioni inaspettate e incredulità per partite o punti perso in malo modo». In effetti quella Fiorentina fu in grado di battere, tra le altre, la Juventus, la Roma, l’Inter, ma anche di buttare via l’Europa League perdendo in casa 4-2 con il Borussia Mönchengladbach, dopo aver vinto 1-0 in Germania. Sullo sfondo, «un alone di insofferenza da parte dell’allenatore». Nell’estate del 2017 le strade di Paulo Sousa e la Fiorentina si sono separate, probabilmente con soddisfazione di entrambe le parti. Il Filosofo del calcio, il Grande Messere, aveva perso ormai gran parte del suo magnetismo e della sua simpatia. Resta il gusto amaro di una rivoluzione inespressa, di una avventura che prometteva tanto e che è sfiorita troppo presto.
LA FIORENTINA DI PAULO SOUSA, cronaca di due stagioni fuori dall’ordinario; di Giacomo Cialdi, Apice Libri, 99 pagine, 8 euro.

 


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