La serie A della politica e la saggezza di Totti

Togliatti era juventino, Andreotti romanista, e poi Berlusconi... Tifo e curiosità sulla Prima Repubblica del calcio. E poi frasi, interviste e... magliette storiche in 101 pillole di Francesco Totti
La serie A della politica e la saggezza di Totti
Massimo Grilli
3 min

(di Furio Zara) La Prima Repubblica è stata molte cose, persino una partita di calcio più o meno virtuale giocata da politici tifosi, tra inciuci e interrogazioni parlamentari che a rileggerli oggi somigliano a barzellette raccontate al bar, quando è l’ora dell’ultimo giro e stanno tirando giù le serrande. Il collega Lorenzo Longhi, con un approccio storico che è raro nella maggioranza dei giornalisti sportivi, racconta l’Italia del/nel pallone negli anni dal 1948 al 1994, quelli della Prima Repubblica. Nella partita messa in scena dal bravo Longhi giocano il comunista-juventino Palmiro Togliatti e il tifoso del Napoli Cirino Pomicino, sulla fascia corre Silvio Berlusconi, in panchina ci trovate Giulio Andreotti, a centrocampo smista palloni Arnaldo Forlani e in fuorigioco - letteralmente - ci sta l’onorevole Giulio Maceratini che negli anni ’90 presentò - con una serietà da dedicare ad altre cause - un’interrogazione parlamentare perché il «giocatore della Lazio Paul Gascoigne, al telecronista che gli avvicinava il microfono, signorilmente rispondeva con un plateale e perentorio rutto». Tutto è documentato con grande serietà, ma tutto è raccontato con un distacco «british», come se solo l’ironia riuscisse ad annacquare i tanti veleni di quell’epoca. Il merito di Longhi è quello di aver trovato un punto di osservazione originale su anni così contraddittori. Nessuno prima di lui aveva pensato che «fotografare» la fauna politica come fosse una squadra è un il modo migliore per fissare per sempre al muro delle memoria quei protagonisti, come farfalle, con i loro pregi e con i loro limiti.
PRIMA REPUBBLICA FOOTBALL CLUB, di Lorenzo Longhi, edizioni Ultrasport, 190 pagine, 15 euro

Sono passati più di nove mesi dalla sua ultima partita, all’Olimpico contro il Genoa, ma Francesco Totti - per sue e nostra fortuna - è ancora al centro della vita giallorossa. Con una presenza costante, le battute, il prendere posizione nei confronti di Di Francesco (e forse non è un caso che pochi giorni dopo la sua uscita, la Roma è andata a vincere al San Paolo). Questo azzeccato libretto, che rientra nella collana Blisters (“collana medicinale per la mente e lo spirito… solamente carta, inchiostro e pensieri”) ci ripropone il Totti-pensiero, frammentato in 101 “pillole di saggezza”. Dai sogni di quel bambino che studiava «dall’una e mezza alle due, al massimo…» e poi correva a giocare a pallone con gli amici, al suo discorso d’addio del 28 maggio scorso, in un Olimpico strapieno, ripercorriamo venticinque anni di calcio racchiusi in frasi - estrapolate dai contesti più diversi - dichiarazioni, aneddoti, scritte sulle maglie, anche gesti ad avversari (come il famoso “4 e a casa!”, in faccia allo juventino Tudor). I suoi amici e compagni (Nesta, De Rossi..), il rapporto con gli allenatori, le curiosità («da ragazzo avevo una passione per i benzinai, se non avessi fatto il calciatore…»), le vittorie (poche) e i gol (tanti). Sullo sfondo, la sua città, la sua squadra, i suoi colori: «Io ho indossato per venticinque anni questa maglia, l’unica che abbia avuto, porto la fascia da capitano. Cosa dovrei volere di più dalla vita?».
TOTTI, 101 pillole di saggezza; Edizioni Alcatraz, 120 pagine, 9,90 euro.


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