La carriera speciale di Bergomi e due libri sulle donne e il calcio

I primi anni della carriera di Bergomi visti da un grande scrittore, Andrea Vitali; e poi le pioniere del calcio (50 anni fa il primo scudetto) e l'universo delle tifose del pallone
La carriera speciale di Bergomi e due libri sulle donne e il calcio
Massimo Grilli
4 min

Uno scrittore di grande successo prestato al calcio, un campione legato ad uno dei momenti più gloriosi del nostro pallone che si racconta per la prima volta. Tra Andrea Vitali - per una volta allontanatosi dalla sua amata Bellagio - e Giuseppe “Zio” Bergomi, che a 18 anno disputò con l’umiltà del fuoriclasse la finale del Mondiale del 1982, annullando tranquillamente un certo Rummenigge, il cocktail ha funzionato. Ne è uscito fuori un bel libro, emozionante e divertente, un autentico romanzo di formazione, perché vengono qui narrati non tutta la carriera della leggenda interista ma solo i suoi primi 18 anni, che lo precipitarono appunto sulla vetta del calcio mondiale. E’ la storia anche di un’altra Milano, quella a cavallo degli Anni Settanta e Ottanta, ancora in bilico tra l’universo contadino e quello industriale. Un mondo fatto di parrocchie, di personaggi eccentrici e straordinari, di un papà scomparso troppo presto e di una mamma i cui richiami severi vengono paragonati nel ricordo di Bergomi ai fischi imperiosi dell’arbitro Agnolin. In questa commedia umana così lontana dagli eccessi contemporanei Vitali si trova a meraviglia, accompagnando con affetto il nostro protagonista da Settala - nell’hinterland milanese - passo dopo passo nella sua rincorsa ai record di precocità (in prima squadra con l’Inter a 16 anni, in serie A a 17, Campione del Mondo appunto a 18) fino al successo, vissuto sempre con una umanità e un’educazione (d’altri tempi?) che sono ancora il marchio di fabbrica dello “zio”.
BELLA ZIO, il mio romanzo di formazione; di Giuseppe Bergomi e Andrea Vitali; Mondadori Editore, 236 pagine, 17,90 euro.

Negli ultimi anni il calcio femminile italiano, grazie soprattutto alle nuove direttive della Federcalcio, ha ricevuto una scossa positiva che ha fatto registrare i primi interessanti risultati. La vittoria della Juventus nel campionato italiano e soprattutto la qualificazione (con sette vittorie in sette partite) della Nazionale di Milena Bertolini al Mondiale del 2019 hanno cominciato anche ad allargare l’interesse mediatico per le nostre ragazze del calcio. In tale contesto, quindi, ben vengano questi due libri, che parlano - da punti di vista differenti - della crescente presenza femminile in uno sport che resta, è giusto sottolinearlo, ancora profondamente maschilista. Càlzia ci ha regalato un toccante libretto - con tante foto e articoli dei giornali del tempo - sulle vere pioniere del pallone: nel 1968, data evidentemente non casuale, nacque il primo campionato italiano di calcio femminile, e qui vengono raccontate le vicende della squadra del Genova, nata un anno prima da una inserzione pubblicata su un giornale a cura di una appassionata, Sandra Ravello, e capace poi di vincere il primo scudetto, in una appassionante finale giocata contro la Roma. Storie di vero dilettantismo e di passione purissima (i coniugi Bellei erano presidenti della Roma, la moglie, e della Lazio, il marito, società nate nello stesso periodo per permettere, sembra, di avere qualcuno con cui giocare…) con una certa qualità di fondo subito però presente, se è vero che nel 1969 la neonata nazionale azzurra si impose su Francia e Danimarca vincendo una sorta di Europeo, successo significativo anche se non ufficiale. “Tifose” parte invece dalla radiografia della passione calcistica delle donne in Italia, dai tanti club di donne (il primo - milanista - nacque nel 1971, a Saronno) per poi passare alla situazione all’estero, alle ragazze che contribuirono a battere pregiudizi e critiche contro il calcio femminile, dall’inglese Nettie Honeyball, che viene considerata la prima calciatrice italiana (siamo in Inghilterra, alla fine dell’Ottocento) alla spagnola Edelmira Calvetò, che a costo di tanti sforzi, nel 1913, riuscì ad entrare nell’organigramma societario del Barcellona. E poi gli arbitri donna, le allenatrici, le calciatrici più famose dei nostri giorni, ed una serie di interviste con addette ai lavori, giocatrici, giornaliste e dirigenti.
LE RAGAZZE DEL ’68, come nasce in Italia il calcio femminile; di Fabrizio Càlzia, Galatagol edizioni, 79 pagine, 9,90 euro.
TIFOSE, LE DONNE DEL CALCIO; di Marta Elena Casanova, prefazione di Simonetta Sciandivasci; Odoya edizioni, 254 pagine, 16 euro.


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