Il Milan Europeo di Sacchi e la guida di Madrid città del calcio

Trent'anni fa la prima vittoria in Europa del Milan di Sacchi, la squadra che rivoluzionò il calcio. E poi una guida per il turista "calcistico" di Madrid
Il Milan Europeo di Sacchi e la guida di Madrid città del calcio
Massimo Grilli
5 min

«Durante la riunione tecnica della vigilia, apro il giornale e leggo ai giocatori qualche riga dell’articolo di Gianni Brera: “Il Milan affronterà i maestri del palleggio dell’Est. Dovrà aspettarli e uccellarli in contropiede”. Usa proprio il termine uccellare, che gli è caro, un neologismo dal francese “oiseleur”, mi dicono. Chiedo ai ragazzi: “Questo è il consiglio che ci dà il più autorevole giornalista sportivo italiano. Dobbiamo ascoltarlo?”. Si alza in piedi Ruud Gullit e risponde: “Noi domani li attacchiamo dal primo minuto finché ce la facciamo”». L’aneddoto, che risale a poche ore dalla finale di Coppa dei Campioni contro la Steaua Bucarest, spiega bene la forza fisica e morale, l’orgoglio ma anche la presunzione che due anni di Arrigo Sacchi avevano generato nel Milan, e che questo libro - a trent’anni da quella impresa - racconta bene. Poche squadre come il Milan di Sacchi sono entrate nell’immaginario collettivo, con la sua formula vincente - più in Europa che in Italia, dove quei rossoneri raccolsero solo una scudetto - che trasportò improvvisamente l’Italia nel calcio moderno, abbattendo decenni di catenaccio. Quasi una campagna napoleonica, quella stagione europea, vissuta attraverso le battaglia con Vitocha Sofia, Stella Rossa Belgrado (quella nebbia improvvisa e benedetta calata sul Marakana…),Werder Brema, Real Madrid (con il 5-0 di San Siro come massima espressione del genio e della potenza di quel Milan) e infine il trionfo di Barcellona. Una stagione che viene rivissuta attraverso i ricordi di Sacchi - mediati dal bravo Luigi Garlando - dai suoi preziosissimi appunti scritti su una Smemoranda, con il contrappunto degli straordinari personaggi che resero davvero unica quella squadra, da Berlusconi e Galliani, al trio degli olandesi (Van Basten, Gullit e Rijkaard) fino alla spina dorsale azzurra (Maldini, Evani, Baresi, Tassotti…). Su tutto, il genio di un allenatore, innamorato del Real Madrid di Puskas e Di Stefano - ammirato alla televisione di un amico di Fusignano - che la notte dopo quel Milan-Real rivive in sogno tutta la partita, tanto che la moglie - il giorno dopo - gli rivela che in sonno ha urlato per cinque volte “Gol”, svegliandola ogni volta, cinque come le reti rifilate ai Blancos. Che non risparmia alcune stoccate al calcio italiano - anche la Juve tra le sue vittime - e che, quando pedala alla cyclette nella palestra di casa, davanti alle riproduzioni di tutte le coppe vinte, gli torna in bocca una leggera sensazione di miele…
LA COPPA DEGLI IMMORTALI, Milan 1989: la leggenda della squadra più forte di tutti i tempi raccontata da chi la inventò; di Arrigo Sacchi con Luigi Garlando, Baldini e Castoldi editori, 293 pagine, 18 euro.

(Furio Zara) Ci sono città che trasudano calcio. Madrid, per esempio. Qui si sono giocate cinque finali di Coppa Campioni/Champions League, l’ultima all’inizio di giugno, al Wanda Metropolitano. (Parentesi: l’impianto è intitolato a Luis Aragones, prima centravanti di sfondamento tra i ’60 e i ’70, detto «Zapateros» per i piedi extralarge, mito dei «Colchoneros», i «Materassai», per via della maglia a strisce bianche e rosse e poi ct della Spagna che vince l’Europeo 2008, anno di svolta del calcio spagnolo che da quel momento in avanti vincerà tutto). Fine parentesi. A Madrid hanno fatto festa gli interisti: al Bernabeu l’Inter ha vinto la Coppa Intercontinentale (1964) e la Champions del Triplete di Mourinho (2010). A Madrid hanno fatto festa i milanisti: il Milan ha vinto la seconda Coppa Campioni battendo l’Ajax di Cruyff (1969). Soprattutto, a Madrid abbiamo fatto festa tutti, noi italiani: 11 luglio 1982, tre volte campioni del mondo, come urlò Nando Martellini. A Madrid hanno fatto un giro tre colleghi sempre curiosi e competenti: Alberto Facchinetti, Enzo Palladini e Jvan Sica, che per le edizioni «inContropiede» hanno girato in lungo e in largo la città del Real e dell’Atletico (ma c’è anche il Rayo Vallecano) per raccontarci - come già avevano fatto nelle «Football Guides» dedicate a Mosca, Napoli, Zagabria e Lisbona - tutti i segreti di una città che vive per il calcio tra godibilissime classifiche, partite storiche da ricordare, miti eterni e miti minori, luoghi di incanto pallonaro, storie e retroscena (come quella dei numeri 7 del Real Madrid), visite e digressioni tra musei e ristoranti e brevi interviste (da sottolineare quella a Sacchi). Ci sono città che trasudano calcio, abbiamo scritto all'inizio. E ci sono libri che trasudano competenza e passione: questa guida di Madrid, per esempio.
MADRID FOOTBALL GUIDE, di Alberto Facchinetti, Enzo Palladini e Jvan Sica; edizioni inContropiede, 149 pagine (con galleria fotografica a cura di Antonio Di Boni), 14,50 euro.


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