Motomondiale, ad Assen è Miller il mago della pioggia

L'australiano vince la gara in Olanda. Cadono tutti i big, tranne Marquez, e affonda Lorenzo
Motomondiale, ad Assen è Miller il mago della pioggia© EPA
Riccardo Piergentili
3 min

ROMA - AL GP Olanda le Ducati e le Yamaha sembravano imprendibili, invece, alla fine, la Honda ha piazzato due moto (quella di Miller e quella di Marquez) su primi due gradini del podio. Marquez ha dimostrato che ora non va solo forte ma si sa anche accontentare. Il GP Olanda ha anche spiegato che Lorenzo è in crisi e che Rossi non è infallibile. Con queste premesse, il mondiale resta aperto, anche se Marquez ora è il favorito.

GP OLANDA Una gara nella gara. La prima sembrava nelle mani di Hernandez, partito come un missile e subito al comando, davanti a Rossi e Dovizioso. Il colombiano, in sella alla vecchia Desmosedici GP14.2, ha fatto a lungo una gara a parte, perché, a suon di giri veloci, è rimasto solo al comando per numerose tornate. Alla sue spalle, il duello tra Valentino e Andrea, inseguiti da Petrucci, che, come a Donington, nel 2015, quando l'aderanza scarseggia, emerge dalle acque.

HERNANDEZ è  stata la prima vittima dell'asfalto bagnato. La seconda è stato Iannone. Lorenzo è rimasto in piedi, in ultima posizione, in bagarre con i piloti in sella alle moto non ufficiali. Dopo quindici giri, a causa dell'aumento della pioggia, la Direzione Gara ha deciso di esporre la bandiera rossa. In quel momento Petrucci era in testa, seguito da Dovizioso, Redding (il più veloce in pista) e Rossi. La classifica da prendere in considerazione, però, era quella del giro quattordici, con Dovizioso al comando, seguito da Petrucci, Rossi e Redding. Tutti ai box, aspettando la fine del diluvio e una seconda partenza.

GIUSTO il tempo di ripartire e sia Pedrosa, sia Crutchlow sono già a terra. Partenza a razzo di Rossi, che prende il comando, cercando di scappare da Dovizioso e Marquez. Ottimo start di Miller, quarto davanti a Petrucci, purtroppo out insieme a Dovizioso (Danilo per un guasto tecnico, Andrea per una caduta) a 11 giri dal termine. Finale amaro per le Ducati, protagoniste durante tutto il weekend, purtroppo anche nel male.

DOPO le Ducati è stata la volta delle Yamaha. Prima Smith, poi Rossi. Un brutto errore, commesso in un momento in cui non c'era un rivale ad attaccarlo, dato che Marquez era distante ed alle prese con uno stratosferico Miller, che a nove giri dal termine prende il comando della corsa, senza lasciarlo più. Un applauso a lui e alla Honda, che lo ha voluto in MotoGP prelevandolo dalla Moto3.

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