MotoGp, Stoner: «In Honda Marquez mi vedeva come una minaccia»

Casey pronto alla sua nuova avventura in Ducati, dove è pronto a esprimere tutto il suo potenziale
MotoGp, Stoner: «In Honda Marquez mi vedeva come una minaccia»© Alessandro Giberti Ph
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ROMA – Il lavoro da tester e ambasciatore della Ducati di Casey Stoner, rispetto al suo ruolo in Honda, «non sarà la stessa cosa»: è quanto ha detto il pilota australiano, che ha conquistato i sue due titoli mondiali proprio con queste due scuderie. In un’intervista a Motosprint, Stoner spiega che il suo ritorno a Borgo Panigale lo vedrà maggiormente impegnato nei test. «Alla Honda ero un tester occasionale, non ho mai avuto altri ruoli e neanche la possibilità di sfruttare al meglio tutto il mio potenziale». Un limite che Casey interpreta anche con una non aperta ostilità da parte di Marc Marquez: «Credo che lui e il suo entourage si sentissero minacciati da me. Non so perché, ma è quello che ho avvertito. Nei test che facevo per la Honda provavo novità che avrebbero potuto essere d’aiuto ai piloti, ero lì per aiutare Marc. Alla fine però il pilota numero uno è quello a cui devi stare dietro. Non ho rancore per la Honda. Ho grande rispetto per il vice presidente HRC, Shuei Nakamoto. Sono sicuro che il nostro rapporto non si è rovinato e che andremo ancora d’accordo».

PRONTO PER AUSTIN – Eppure Stoner avverte che qualcuno ha impedito il suo ritorno in pista, ad inizio della scorsa stagione, quando l’australiano avrebbe potuto sostituire Pedrosa, che stava recuperando l’infortunio al braccio. Stoner avrebbe potuto risalire in sella in America, Argentia e per la prova spagnola di Jerez, ma la Honda ha poi scelto di utilizzare Hiroshi Aoyama. «Mi sentivo pronto per Austin. Nakamoto si è detto dispiaciuto, ma si è assunto lui la responsabilità di decidere per una soluzione diversa. A questo punto, allora, credo che qualcun altro gli abbia messo pressione per non farmi correre. Qualcuno non voleva vedermi gara». Una decisione che secondo Casey non poteva essere dettata dalle sue prestazioni, anche se non correva dal 2012. «Sapevo di avere la velocità per essere in grado di sostituire in maniera adeguata Pedrosa – ha detto ancora - Durante i test a Sepang, nel mese di febbraio, ho corso a un ritmo che è stato molto vicino a quello della gara, abbastanza buono per stare con i primi. Fondamentalmente ho avuto lo stesso passo di Dani, che poi ha vinto il Gran Premio nel 2015».


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