MV Agusta, il futuro è in mano Mercedes AMG

Nubi all'orizzonte per la storica Casa di Varese: via alla ristrutturazione aziendale, si attende la mossa di Mercedes-AMG.
MV Agusta, il futuro è in mano Mercedes AMG
Riccardo Piergentili
5 min

ROMA - Cambia il periodo storico ma per MV Agusta il problema resta sempre lo stesso: la liquidità. La storia dell’azienda varesina è sempre stata caratterizzata da alti e bassi: presentazione di moto dal design apprezzato in tutto il mondo, alternate a periodi in cui la mancanza di denaro non ha permesso di esprimere l’elevato potenziale tecnico di una media impresa che, nella produzione e nello sport, riesce a competere con le grandi realtà industriali. La MV Agusta è una delle poche aziende che non ha problemi a vendere ma a produrre. In pratica, ci sono momenti in cui la richiesta di moto non può essere soddisfatta a causa della mancanza di liquidità.

ACQUA AGITATE -  È dall’inizio del 2000 che la MV Agusta viaggia in un mare burrascoso. Nel 2004, dopo l’accordo con la malese Proton, sembrava che il futuro del Gruppo (composto da MV Agusta stessa, Cagiva e Husqvarna) potesse essere positivo, però, nel 2005, la Proton ha smesso di credere nell’azienda italiana, cedendo la quota aziendale di maggioranza (e i debiti) della MV Agusta alla GEVI S.p.A, al prezzo simbolico di 1 euro. Il 2007 è stato ancora un anno nero, a causa della dello scorporo delle attività e della vendita della Husqvarna alla tedesca BMW Motorrad (che 2013 ha ceduto il brand alla KTM). 

DALL’ASIA ALL’AMERICA - Il 2008 è stato l’anno in cui Harley-Davidson ha rilevato la MV Agusta e la Cagiva per circa 70 milioni di euro. Con il colosso americano, la MV Agusta sembrava finalmente entrata a far parte di una realtà industriale in grado di assicurare una continuità ma nel 2010, un altro colpo di scena ha di nuovo cambiato le carte in tavola: un’altra cessione simbolica a 1 euro, questa volta a Claudio Castiglioni, tornato di nuovo al comando della MV Agusta.

L’ARRIVO DEI TEDESCHI - Claudio Castiglioni, “Il Presidente”, purtroppo scomparso nel 2011, ha lasciato al figlio Giovanni Castiglioni (in alto, in apertura) un’azienda pronta a essere rilanciata e Giovanni ha dato il via a un ambizioso progetto, che avrebbe dovuto portare la MV Agusta alla quotazione in borsa. In questo percorso MV Agusta è stata affiancata da Mercedes-AMG, che grazie a un investimento di circa 20 milioni di euro è diventato azionista di minoranza, acquisendo il 25% delle quote. Ai 20 milioni di euro della Mercedes-AMG vanno aggiunti i 15 milioni di euro che la MV Agusta ha ricevuto dalla Banca Popolare di Milano. 

GLI ERRORI STRATEGICI - Le premesse per fare bene c’erano, però qualcosa è andato storto, forse perché la MV Agusta ha cercato di attuare un piano industriale troppo ambizioso, che prevedeva la realizzazione di numerosi modelli (con poche piattaforme), senza avere una rete vendita adeguata alla situazione e senza avere mai sfruttato davvero la partnership con Mercedes-AMG per risolvere questa problematica.

TROPPE VERITÀ - Oggi la MV Agusta ha bisogno di un’iniezione di liquidità per portare avanti il suo piano industriale e questo vuol dire che l’azienda si è indebitata. I documenti ufficiali parlano di aumento del fatturato ma è fatto noto che analizzare i bilanci aziendali non è mai facile, perché si possono leggere tante verità. I fatti, però, dicono che ce n’è una, infatti il fatturato può anche aumentare ma quando le spese sono maggiori dei ricavi, non c’è utile e si perdono soldi. L’unica verità è che oggi la MV Agusta ha bisogno di denaro e per evitare di bloccare l’attività produttiva è stata chiesta l’ammissione al concordato in continuità. Semplificando, si tratta di una richiesta di pagare solo una parte dei debiti, per creare una nuova base di partenza.

QUALE FUTURO? - Ovviamente la situazione ha richiesto l’intervento di Fiom, Cgil e Fim Cisl, che stanno cercando di capire quanti soldi saranno necessari per portare avanti il piano industriale e assicurare un futuro ai 197 dipendenti. Il futuro della MV Agusta sembra strettamente collegato a quello della Mercedes-AMG, che o non è riuscita a vendere le sue quote azionarie o non le ha volute vendere. La differenza tra queste due realtà è sostanziale, in quanto nel primo caso la MV Agusta dovrà contare solo sulle proprie forze, mentre nel secondo caso la Mercedes-AMG potrebbe aspettare che la situazione degeneri per acquisire la maggioranza aziendale, magari spendendo il solito euro simbolico, che permetterebbe ai tedeschi di acquistare un altro tassello del motociclismo italiano…


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