Yamaha TMax: mi manda Valentino

Federico Porrozzi
8 min

"Se mi chiedete il mezzo che uso maggiormente vi devo rispondere che è il TMax: è veloce, facile, è quello che uso più spesso e con maggior piacere”. Questa frase pronunciata da Valentino Rossi in occasione della presentazione del team MotoGp (andata in scena guarda caso alla vigilia della lancio stampa della versione 2015 del maxi-scooter Yamaha) potrebbe sembrare solo un'abile mossa di marketing.  Se non fosse che Valentino, il TMax, lo usa davvero tutti i giorni. Sia nella sua Tavullia sia nel paddock, per spostarsi dal box al motorhome e viceversa. 

D'altronde è risaputo: spesso le icone si piacciono a vicenda. Se Vale è il simbolo del motociclismo sportivo degli ultimi vent'anni, il TMax lo è dei maxi-scooter da quasi quindici. A volte qualche Casa "rivale" prova a spodestarlo lanciando modelli simili nell'estetica o nella meccanica ma, dati alla mano, il re incontrastato del segmento rimane lui. Per moda e per meriti. Perché non si vendono a caso 220.000 esemplari in Europa (di cui 130.000 solo in Italia, mercato per il quale è stato principalmente concepito). 

COM'E' FATTO - Maschio, 40enne, esperto di guida a due ruote. Questo l'utente tipo del TMax, che cerca da sempre prestazioni motociclistiche  associate a comfort e facilità di guida da scooter. La prima generazione del 2001 vantava motore da 499 cc, telaio in acciaio, disco anteriore singolo, alimentazione a carburatore ma anche forcella con steli da 38 mm, ruote da 14" e trasmissione a catena. Fece boom a livello di vendite, seguito poi dalla seconda generazione, in occasione della quale arrivarono il doppio disco anteriore, l'iniezione elettronica, la forcella da 41 mm e la ruota posteriore da 15". Per la terza, anche l'anteriore è arrivato a 15", mentre la forcella è salita a 43 mm e il telaio è diventato in alluminio. Nella quinta, del 2012, cambiano la cubatura del motore (da 530 cc), la trasmissione (a cinghia) e i fari (a led). 

Ora siamo alla quinta e le novità tecniche non mancano: la forcella diventa a steli rovesciati da 41 mm, le pinze freno radiali a 4 pistoncini,  c'è finalmente una presa da 12 volt sul retroscudo e per la prima volta su uno scooter arriva la smartkey con antifurto immobilizer (senza bisogno di inserire la chiave). A livello estetico, ecco il nuovo design del frontale grazie al parafango anteriore più sportivo, al disegno del faro anteriore (ora totalmente a Led, rimane sempre acceso sia in posizione anabbagliante sia abbagliante), ai deflettori dell'aria rivisti ma anche agli specchietti con steli più lunghi e alla nuova strumentazione a fondo nero con retroilluminazione in rosso,. Tre i colori (bianco, argento e grigio) per uno scooter che vanta due allestimenti optional: Sport e Touring. Per il primo (proposto a 396 euro) ci sono tra gli altri il parabrezza sportivo e lo schienale passeggero mentre per il secondo (412 euro) ecco il bauletto da 50 litri e la borsa tunnel centrale. 

Il prezzo del TMax 2015 rimane invariato rispetto alla precedente versione: costa 10.790 euro (11.290 con ABS). Nei concessionari c'è  anche l'Iron Max, una special edition a 11.290 euro (11.790 con ABS) che vanta una colorazione nera opaca, i cerchi con filetti grigio metallo, la forcella anodizzata in color oro e la sella a due colori con cuciture a vista. 

 

COME VA - Mentre notiamo le finiture piuttosto curate del nuovo TMax, la Smartkey fa tutto da sola da dentro la tasca della giacca: a noi basta tenere premuto per qualche secondo un tasto posto sotto il manubrio (dove ci sono anche quello di apertura del sottosella e del rifornimento benzina) per sbloccare lo sterzo. Poi, per partire, si usa quello classico di accensione sotto la manopola destra. Il concetto motociclistico è ben evidente sin dai primi metri. Appena saliti in sella, infatti, si nota la posizione raccolta del TMax, molto più vicina ad una R1 che ad un Majesty. La sella più alta (800 mm) e il manubrio più vicino al corpo evidenziano l'anima sportiva: il feeling è quasi "intimo" e la sensazione, nonostante i 2,20 metri di lunghezza, è di avere il mezzo sotto controllo nei soli 50 centimetri del triangolo composto da sella, manubrio e busto del pilota. Anche le gambe tengono un'impostazione sportiva: mettendole sui poggiapiedi laterali il corpo è più caricato in avanti e la posizione è più sacrificata mentre sfruttando le pedane sotto il tunnel centrale, si viaggia più rilassati. I piloti più alti di 1,85 non riusciranno a distendersi completamente (è pur sempre uno scooter "racing") e nelle manovre a velocità ridotta in cui serve sfruttare tutto l'angolo di sterzo serve un po' di attenzione per non far toccare gambe e manopole. I 222 kg in ordine di marcia della versione ABS, grazie al corretto bilanciamento dei pesi non stancano nella guida trafficata di Palermo, punto di partenza del test. 

Con 15 litri di benzina nel serbatoio possiamo sognare una "scampagnata" in direzione della Riserva dello Zingaro. Non prima, però, di aver salutato la città dal Monte Pellegrino, dove gli innamorati palermitani si scambiano promesse di matrimonio sotto statua di Santa Rosalia e dove noi, nel corso dell'acchianata (salita, in dialetto), ci innamoriamo del nuovo TMax: la sede stradale non è ampia e i tornanti sono fatti di "sampietrini" ma in sella servono autocontrollo e consapevolezza delle regole del codice della strada. Perché è davvero difficile andare a velocità di crociera. Divertimento e facilità di guida sono le prime parole che ci vengono in mente raggiunta la Santa a quota 609 metri. Il telaio fa il suo gran dovere come quello della versione precedente ma è l'anteriore a stupire: la forcella più rigida contribuisce a renderlo ancora più stabile e il doppio freno anteriore da 267 mm è pronto e progressivo. Quando serve, poi, subentra l'ABS e consente di rimediare a piccoli errori di "lettura" dell'asfalto. 

In autostrada, passata la turistica Mondello e puntando verso l'Isola delle Femmine, è invece il motore a farla da padrone. I 45 cv del bicilindrico da 530 cc ad iniezione elettronica rispondono ad ogni colpo di gas anche a velocità più sostenute e sia il reparto sospensioni sia il telaio garantiscono stabilità anche nei curvoni più "allegri". Risaliti in sella verso Castellammare del Golfo, le condizioni meteo cambiano in poco tempo. Il sole lascia spazio alla pioggia (in stile isolano, quasi un nubifragio) e quindi dal sottosella capace di ospitare fino ad un casco integrale prendiamo l'antipioggia, regoliamo il parabrezza nella posizione più alta e affrontiamo l'ultimo tratto di autostrada sul bagnato: il lato positivo è che abbiamo la possibilità di capire come si comporta il TMax in condizioni "estreme". Buoni si rivelano sia il grip, sia la protezione del corpo dalla pioggia mentre il frontale, per natura scooteristica, fa un po' di effetto vela. Ma il vento è quasi monsonico e c'è da capirlo. 

Abbigliamento utilizzato per la prova:
Guanti Dainese Druids ST
Casco LS2 FF396.3 FT2

 

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