Yamaha XJR 1300: sapore vintage

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di Paolo Scalera

La Yamaha ha presentato in Australia, le evolute quadricilindriche XJR1300 ed XJR1300 Race. Moto costruite per essere belle da vedere e divertenti da guidare. Ispirate al passato, ma create per il futuro, per usare le parole di Shun Miyazawa, product manager di Yamaha. Si tratta, in effetti, della maxi naked più longeva di Iwata che si rinnova diventando più sportiva, affiancata da una versione speciale ispirata alla "Yard Built" Eau Rouge di Deus Ex Machina. Il progetto della Yamaha XJR risale al 1995, quando Yamaha decise di entrare nel settore delle sport Classic. Motore 1200 raffreddato ad aria, telaio doppia culla in acciaio e sella larga e comoda. Dal 1999 si è passati ad un cubatura di 1300cc. Una tendenza opposta alla ricerca della perfezione tecnologica che sta prendendo il sopravvento su moltissime moto stradali odierne. Nessun controllo elettronico, pochi cv, ma ben godibili. Moto semplici, più economiche che riprendono le caratteristiche principali delle moto anni ’70.

E' FATTA - Guardandola sotto questo punto di vista Yamaha XJR 1300 è un’icona delle due ruote, con una personalità dura e pura che non ha avuto confronti negli ultimi 20 anni. Ha linee pulite e piene di carattere, e un cuore eccezionale: il motore raffreddato ad aria con una cilindrata da urlo. Il potente ed affidabile 4 cilindri DOHC raffreddato ad aria è fissato al telaio a doppia culla in acciaio con un sistema di montaggio intelligente, progettato per deviare le vibrazioni ed eroga una potenza di ben 98 Cv e una coppia di 108 Nm. Lo snello serbatoio e la monosella si ispirano al mondo racing e risaltano ancora di più il potente motore raffreddato ad aria. Il minaccioso scarico 4 in 2 in 1 è equipaggiato con un nuovo terminale di colore nero, per un look più moderno e aggressivo. Il telaietto posteriore è sormontato da un codone ridotto all’osso che insieme al serbatoio più stretto (solo 14,5 litri per una autonomia di 180km), rendono la silhouette della nuova XJR ancora più compatta. Gli altri componenti “custom” come il carter laterale in alluminio spazzolato con inserti in maglia che simulano un filtro, sono un tributo alle derivate di serie da competizione degli anni ’70, mentre il manubrio a sezione conica e il faro compatto da 180mm esaltano l’immagine “palestrata” della moto. La guida è confortevole anche grazie agli steli antiattrito DLC della forcella, mentre sul retrotreno agiscono due ammortizzatori Ohlins, di serie. La nuova Yamaha XJR1300 m.y 2015 sarà disponibile nelle colorazioni Matt Grey, Blu Metallic e Midnight Black, al prezzo di 10.390 euro f.c.
VERSIONE RACER - La XJR1300 Racer trae ispirazione dalle competizioni del passato. E' una moto molto affascinante ed evocativa, che usa come supporto la nuova XJR1300: ne mantiene il motore da 98 CV di potenza e 108 Nm di coppia massima e le sospensioni posteriori Ohlins. Cupolino in fibra di carbonio, così come il coprisella del passeggero, parafango anteriore corto e mezzi manubri in puro stile anni ‘70, copritelaio laterali dalle forme dei portanumero ovali delle moto da competizione. Fra gli accessori opzionali (adatti a entrambi le versioni) ci sono lo scarico nero Akrapovic, il cupolino rialzato, le frecce a led, i tamponi para motore, il kit montaggio retrovisori sulle manopole e il manubrio più stretto. Nelle tre colorazioni della versione standard, ossia Matt Grey, Blu Metallic e Midnight Black, a nuova XJR1300 Racer va in vendita al prezzo di 11.590 euro.

COME VA - L'impostazione di guida è quella di 20 anni fa: sella lunga e ben imbottita, serbatoio lungo con tappo spostato sul lato destro, motore raffreddato ad aria e cruscotto completamente analogico.

Il grosso 4 cilindri di 1.300cc ha coppia da vendere (11.1kg/m), si può ripartire dai 1.300 giri in 6° da 40km/h senza strappi. Il cambio è preciso negli innesti anche se la leva è molto alta e poco pratica da azionare. Si avvertono solo delle vibrazioni sulle pedane e sul semimanubrio di sinistra tra i 3.500 e i 4.500 giri. A 130km/h il 4 cilindri frulla a 4.800giri  e i consumi sfiorano i 18/20km/l.

La sella è molto bassa e molto comoda, il manubrio e alto e un’ po’ troppo avanzato, ma ci abitua in fretta ad una guida “scrambler”. Casco aperto stile anni 70 anni, vento in faccia e velocità media attorno ai 100-110kmKm/h. Cosi va guidata e goduta la XJR 1300.

Il peso sfiora i 240kg, ma una volta partiti non crea grossi problemi, la moto risponde un po' lentamente, ma va guidata così, rispettando le sue reazioni. Deludono invece le sospensioni posteriori progressive. Sono secche nella risposta e non copiano le buche come ci si aspetterebbe.  La forcella anteriore è più pastosa, forse solo un po’ veloce a scendere se si pinza con decisione il freno anteriore. E’ una moto facile e intuitiva che ha il gran pregio di trasmettere emozioni anche andando ad andature ridotte. I due dischi anteriori da 298mm garantiscono ottimi spazi di arresto in caso di emergenza. 

Unici nei derivano dal calore del motore e dalla visibilità degli specchietti retrovisori. Il “braccio” infatti è un po’ corto e la visibilità durante la marcia è assai ridotta se non si spostano le braccia all’interno.

La versione Race è molto diversa: i due semimanubri caricano eccessivamente l’avantreno e la moto diventa più nervosa.

Il triangolo 'sterzo, sella e pedane' è più sacrificato e costringe l’utente ad una posizionequasi sdraiata sul serbatoio. Dopo qualche ora in sella la XJR 1300 Race stanca maggiormente rispetto alla sorella più classica.

La protezione aerodinamica del piccolo cupolino in carbonio, rende la moto però più stabile alle alte velocità. 

Nessun controllo elettronico, nessuna mappa di potenza regolabile, pochi e sani cavalli, ma ben godibili. Si avverte solo la mancanza dell’Abs (ormai di serie anche sugli scooter) che sui fondi sdrucciolevoli garantirebbe una maggior sicurezza all’utente.

Moto semplici, più economiche che riprendono le caratteristiche principali delle moto anni ’70, che hanno rappresentato le basi di partenza delle sportive odierne.

Forse è questa la chiave per rilanciare il motociclismo del futuro che fra crisi economica e costo della tecnologia ha fatto lievitare i prezzi delle motociclette di ultima generazione. In fondo vogliamo solo spostarci con il vento in faccia.

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