Yamaha TMax: storia di un successo

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Era il 2001, quando Yamaha si presentò al pubblico con il primo scooter "motociclistico": per la prima volta su un mezzo automatico, telaio e dimensioni erano paragonabili a quelle di una moto a marce (con tutti i i vantaggi del caso dal punto di vista dell'impostazione di guida) mentre comodità e facilità di manovra rimanevano quelle del classico scooter. Il TMax 500 era  rivoluzionario: uno scooter "ibrido" comodo-sportivo capace sin da subito di attirare l'attenzione degli utenti a due ruote. I numeri del successo sono impressionanti: oltre 200.000 esemplari venduti in Europa in 13 anni, con l'Italia a fare da "regina" del mercato con circa due terzi delle immatricolazioni totali. 

Il segreto del successo di un modello che ha inaugurato il segmento dei maxi-scooter sportivi sta sia nell'estetica sia nelle dotazioni tecniche: la prima serie del 2001 era spinta da un motore bicilindrico da 499 cc, alimentata a carburatori e dotata di un impianto frenante a disco singolo sull'anteriore. Nel 2004 arrivò la seconda serie, che fu rivista sia nelle dotazioni frenanti (arriva il doppio disco) sia nel sistema di alimentazione, con il debutto dell'iniezione al posto dei carburatori. Il 2008 ha segnato l'ingresso sul mercato della terza serie, che vantava un nuovo telaio in alluminio, un cerchio anteriore di maggiori dimensioni ma anche nuove linee e nuove pinze freno mentre nel 2012 cambiano il motore (da 530 cc) e la trasmissione, a cinghia.

A EICMA 2014 è arrivata l'attesa quinta versione, con un disegno rivisto del parafango anteriore, del cupolino, degli specchietti e della strumentazione, un nuovo faro a Led, una nuova pinza freno radiale (stile MotoGp). Ma non solo: ci sono anche il sistema di accensione Smartkey e una nuova forcella a steli rovesciati. Sapremo dirvi qualcosa in più a breve: tra poche ore, infatti la proveremo a Palermo in occasione di un test stampa.

 

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