Porsche VS Toyota, la sfida hi-tech si corre a Le Mans

Presentati i prototipi LMP1 per il Mondiale Endurance e la 24 Ore 2017: sarà lotta totale
Porsche VS Toyota, la sfida hi-tech si corre a Le Mans
Francesco Colla
4 min

MONZA – Porsche contro Toyota un anno dopo. E dopo le lacrime giapponesi a Le Mans, con la vittoria sfumata all’ultimo giro per l’ennesima volta. “Ora vogliamo vincere la 24 Ore” dicono minacciosi da Monza Toshio Sato e i suoi. “Vogliamo la tripletta” tuonano pochi metri più in la gli avversari tedeschi. 

Chi avrà la meglio tra le 919 Hybrid e le TS050 (altrettanto) Hybrid è difficile dirlo a priori. Anzi impossibile. Entrambi i team schierano piloti di prim’ordine, a partire dal tre volte vincitore della 24  Ore con Audi, il tedesco André Lotterer ora traslocato dai cugini di Porsche. “Mi sto ambientando e affiatando con gli altri anche se è una bella sfida” ha detto nella sala stampa dell’Autodromo branzolo, dove sabato e domenica si corrono gli ultimi due giorni di test prima del round inaugurale, la 6 Ore di Silverstone.  Se vincesse a Le Mans sarebbe un’impresa: nessuno nel WEC ha mai conquistato la classica con due diverse Case. 

A contendere il 19° successo al team di Zuffenhausen ci saranno sulla Sarthe ben tre TS050 (vedi foto sotto), perché come ha spiegato il direttore tecnico Toyota, Pascal Vasselon: “E’ anche una questione statistica”. Se anche una macchina dovesse rompersi e un’altra rimanere coinvolta in un incidente, ce ne sarà sempre una terza.

Ma prima di concentrarsi su Le Mans bisogna affrontare il Prologo dell'Autodromo di Monza, pista eccellente per testare il recupero dell’energia in frenata dei sistemi ibridi, profondamente rivisti da entrambi i team. Perchè i cambi di regolamento imposti dalla FIA, volti a rallentare leggermente i mostri per aumentare la sicurezza, hanno costretto a rivedere l’aerodinamica e di conseguenza i powertrain che sfiorano 1000 cavalli di potenza.

Lo splitter anteriore è stato alzato di 15 mm, mentre il diffusore posteriore è stato abbassato: le vetture avranno meno downforce e sia Toyota che Porsche hanno dovuto applicare parecchi aggiustamenti. Ad esempio le fiancate più basse delle TS050 o il frontale completamente rivisto delle 919. “perchè nel 2016 tratteneva i detriti di gomma che accumulandosi sbilanciava la macchina – ha dichiarato il team principal Andreas Seidl -. Abbiamo analizzato il fenomeno e ottimizzato molti elementi”. Questo è il WEC, l’apice dello motorsport a ruote coperte, dove anche briciole di pneumatico posso contribuire a fare la differenza. E dove i piloti lavora in squadra, affiatati e sincronizzati come astronauti costretti ad alternarsi a bordo dei minuscoli abitacoli. 

Inoltre nonostante l’aspetto radicalmente diverso da qualsiasi auto di produzione, c’è una sottile ma robusto filo rosso che collega i prototipi alle auto che guideremo un domani. Perché il WEC consente alle Case di testare su pista soluzioni estreme e materiali innovativi (vedi anche i fari laser delle Audi R18 che hanno poi debuttato sulla R8) e di trasferire esperienze. Gli ingegneri del team LMP1 Porsche lavorano in connessione con i colleghi della produzione e quando uscirà la prima sportiva elettrica del marchio, di cui abbiamo avuto un’anticipazione con la Mission E concept, il merito sarà anche del Mondiale Endurance. E per sottolineare il concetto, Porsche ha voluto affiancare alla 919 numero 1 la nuova Panamera 4 E-Hybrid, una 918 Spyder e la prima 911 GT3 R Hybrid, la prima ibrida da corsa di Stoccarda. 
 


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