Wec, viaggio al termine della notte con Alonso

Esordio del pilota spagnolo al volante della nuova TS050 Hybrid, con cui correrà la prima super-stagione del Mondiale Endurance. Con l'obiettivo "tripla corona"
Alonso, inizia la nuova avventura Wec
Pasquale Di Santillo
3 min

PORTIMAO (PORTOGALLO). Viaggio al termine della notte con Fernando Alonso. Che al volante della Toyota TS050 Hybrid squarcia l’oscurità profonda della notte tiepida e stellata dell’Algarve, sul circuito di Portimao, sfrecciando via a 300 all’ora. Come se un binario invisibile guidasse mani e piedi di Sua Maestà su un circuito mai guidato e a bordo di una macchina solo sfiorata, appena conosciuta, giusto il tempo, qualche mese fa, di farsi preparare il sedile su misura che lo accompagnerà nella nuova avventura.

Una nuova alba, che di fatto inizia immersa nel buio pesto del Portogallo. Dove prende contatto seriamente con la realtà che lo aspetta da qui sino a giugno 2019, quando sarà impegnato come pilota Globetrotter nel Mondiale F.1 come in quello WEC che, quest’anno, è spalmato su due anni e 8 gran premi. Ventinove corse in quindici mesi per coltivare un sogno, degno dei grandi campioni del passato, come Graham Hill: la triple crown, la tripla corona, cioè la vittoria del Gran Premio di Monaco in F.1 (che Fernando ha vinto già vinto due volte), alla 500 Miglia di Indianpolis (se ne riparlerà più avanti) e alla 24 Ore di Le Mans.

A ognuno i suoi obiettivi, perchè anche Toyota può riuscire a realizzare il suo sogno, sfatando un incubo che dura da 19 partecipazioni, la prima nel 1985, dopo 5 secondi posti e tanti finali sfortunati. Nell’anno però in cui con l’uscita di Porsche, dopo quella di Audi, la Casa giapponese sembra non avere più rivali.

Tre giorni di test in Algarve, un long run di oltre 32 ore con stint anche di 4 ore per prendere confidenza con questi prototipi ibridi che rombano con il loro potentissimo turbo per poi recuperare energia nelle potenti frenate lungo il percorso.

Alonso è l’immagine della soddisfazione. «Voglio vincere non solo Le Mans ma anche il titolo WEC, anche se l’obiettivo primario resta il terzo titolo in F.1. Il sogno di Le Mans è vecchio di qualche anno (aveva raggiunto un accordo con Porsche, poi saltato per l’opposizione di McLaren-Honda ed Ecclestone NdR), perchè là mi piace tutto: macchine, atmosfera, la corsa. E non mi preoccupa la fatica che dovrò fare per raggiungere il mio obiettivo. Ho 36 anni ma sono in forma, preparato. Si può fare. Non sono mai le corse a creare pressione o stress. Sono l’unico che può riuscirci, nella F.1 di oggi. Il Mondiale WEC è un universo nuovo, come nuova è la maniera di guidare queste macchine: hanno un accelerazione paurosa e il controllo integrale della trazione ti fa guidare in una maniera completamente diversa rispetto alla F.1. Ma adattarsi di volta in volta non sarà un problema. Basteranno pochi giri. Guidare di notte poi è proprio un’altra dimensione, emozionante. Come rapportarsi con i colleghi con i quali condividerò la macchina. È un lavoro di squadra, non individuale. Ci si aiuta a vicenda». Buon viaggio Fernando.


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