Auto, l'usato vale mezzo punto del PIL

Un giro d'affari in costante crescita, anche online e un prezzo medio delle auto che sale di continuo
Auto, l'usato vale mezzo punto del PIL
Alessandro Vai
2 min

ROMA - Oltre l’1% del PIL italiano è generato dal mercato dell’usato, ovvero circa 18 miliardi di euro. Di questi 6,8 miliardi derivano dagli affari online, secondo una ricerca DOXA. All’interno di questi numeri, il settore automotive la fa da padrone, con un valore di 10,7 miliardi, di cui 4,2 mld arrivano dall’online. Il mercato dell’usato automobilistico, poi, cresce del 9,1% di anno in anno per un totale di oltre 4,7 milioni di passaggi di proprietà nel 2015.

La spesa media per ogni acquisto è di circa 5.500 euro per le automobili e di 6.600 euro per i veicoli commerciali. Chi acquista un veicolo di seconda mano lo fa principalmente per risparmiare (40% auto, 56%veicoli commerciali). La compravendita avviene solitamente all’interno della provincia di residenza (80%) e all’interno della città di residenza dell’acquirente (52%). Il 62% di chi compra e il 69% di chi vende online rivela infine che si affiderà nuovamente al mercato del seconda mano.

Il “triangolo d’oro” dell’usato è formato da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna. È in questa area geografica che si registrano infatti i prezzi medi dell’usato più alti d’Italia, calcolati da AutoScout24 monitorando tutti gli annunci presenti. Lo scettro di città più costosa è passato da Livorno a Trieste, dove si è registrato un prezzo medio di 20.770 euro. Il centro più “economico” si è conferma per il terzo anno consecutivo Giugliano in Campania, con una media di 7.696 euro.

Sul fronte dei modelli maggiormente ricercati non si registrano grandi differenze e il Paese sembra invece unito: in cima alla lista ci sono le classiche berline tedesche con in testa la Bmw Serie 3 (Verona, Padova, Trieste, Messina), seguita dalla Volkswagen Golf (Perugia, Monza, Bolzano, Trento, Genova). I modelli più offerti sono La Volkswagen Golf e la BMW Serie 3, ma anche la Fiat Panda è molto presente. Infine, l’AGPI di giugno - l’indice che misura il costo medio di tutte le inserzioni è risultato pari a 13.580 euro contro i 13.538 euro di maggio. 


© RIPRODUZIONE RISERVATA