© ANSAROMA - Un giorno e mezzo di protesta dura, di sciopero bianco, mettendo da parte le rappresentanze sindacali giudicate troppo “morbide”. E' avvenuto a Milano negli ultimi due giorni e ha coinvolto la quasi totalità dei tassisti meneghini. Il problema? I mancati controlli della Polizia Locale agli autisti di Uber e UberPop, ma anche la diramazione di una circolare, da parte del Ministero dell'interno, che avrebbe creato confusione sull'applicabilità delle sanzioni agli autisti “in nero”. La situazione è stata particolarmente tesa sia davanti alla Stazione Centrale - con tanto di ronda per stanare e scoraggiare i crumiri - che all'Aeroporto di Linate, con i taxi fermi e i loro guidatori a braccia incrociate in assemblea permanente. Le richieste? Quindici volanti attive sul territorio 24 ore su 24 per controllare e multare gli autisti di Uber e UberPop, a fronte delle quattro auto impiegate attualmente che pattugliano solo due volte alla settimana.
Dopo queste ore di tensione, i tassisti sono stati alfine ricevuti in Prefettura per un incontro con il Prefetto, alcuni assessori e un esponente della Polizia Locale, dopodiché hanno rilasciato un comunicato come “La base dei tassisti milanesi”. «Non ritenendoci pienamente soddisfatti - si legge nel comunicato - consideriamo un punto di partenza la disponibilità dimostrataci all’apertura di una collaborazione tra l’amministrazione comunale e la base dei tassisti milanesi. Ci è stato assicurato che gli organi preposti ai controlli avranno a disposizione un numero maggiore di ore da dedicare al controllo del rispetto delle normative vigenti riguardanti il TPL non di linea. Ci prefiggiamo fin da ora di tenere monitorata questa situazione e torneremo a chiedere conto fra 30 giorni del numero di controlli che saranno effettuati in questo lasso di tempo».