Fiat, viaggio a Melfi: «La qualità si costruisce»

Prosegue il nostro viaggio a Melfi, dove Fiat Chrysler ci ha aperto le porte del suo stabilimento modello dove vengono prodotte le nuove 500X e Jeep Renegade.
Fiat, viaggio a Melfi: «La qualità si costruisce»
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di Pasquale Di Santillo

MELFI -  Va bene tutto: la terra, la gente, gli investimenti, lo stabilimento da favola, le fasi di produzione, l’organizzazione perfetta. Ma come si garantisce la qualità di un prodotto che comunque deve andare bene a 100 Paesi diversi? Già, come si garantisce la qualità dopo aver tastato con mano la sostanza? Intanto, un dettaglio mica da poco: per realizzare i numeri già citati, la FCA ha appena assunto 1.500 nuovi operai, sottoposti subito ad un milione di ore di corsi di formazione.

E come si immette tanta forza lavoro in un meccanismo decisamente oliato? «Fa parte della pianificazione e del controllo - spiega l’ingegnere Giovanna Di Mella, 40 anni, incinta di sette mesi responsabile da gennaio 2011 della qualità dello stabilimento di Melfi - Utilizziamo un “pilotino”, un’area che riproduce al dettaglio per quanto possinbile alcune fasi di lavoro e l’organizzazione delle varie stazioni con tanto di gerarchia operativa e decisionale. L’obiettivo primario è uno solo: la qualità. Che va costruita, non controllata, a cominciare dalla programmazione di ogni componente, anche con i fornitori per avvicinarsi e raggiungere progressivamente la perfezione».

E’ una piramide davvero impressionante quella che descrive la Di Mella che non lascia spazio al minimo errore. «Abbiamo 8 sistemi anti-sbaglio, anche a prova di stupido e se c’è un minimo errore non passa, la linea si ferma». Come funziona? C’è un monitor di controllo sul quale compare la scritta ko e una musica da discoteca (diversa in ogni stazione) lancia l’allarme, finché un responsabile, il team leader non sana l’anomalia. Se non arriva entro 90 secondi a risolvere il problema la linea si ferma. «Ogni fase della lavorazione viene monitorata al computer: prima di iniziare è d’obbligo entrare nel sistema operativo, con badge e password, così tutto resta tracciabile e viene conservato. E’ un sistema informativo-operativo denominato NPL che aiuta gli operai nella lavorazione in ogni fase, anche la più banale con il computer che indica e segnala come e dove intervenire, limitando al massimo la possibilità di errore. E quando avviene, appunto, lo segnala».

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