Car sharing, come cambia la mobilità in Italia

Spopolano servizi Uber, BlaBlaCar, Car2Go, Enjoy, Letzgo, ma c'è ancora troppa disparità tra grandi città e piccoli centri.
Car sharing, come cambia la mobilità in Italia© ANSA
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Car Pooling e Car Sharing stanno cambiando, anzi hanno già cambiato, il concetto di mobilità degli automobilisti italiani, aprendo scenari completamente inediti in tema di servizi, concorrenza e tutela dei consumatori. Se ne è discusso nel corso di una Tavola Rotonda con le aziende leader del settore – Uber, BlaBlaCar, Car2Go, Enjoy, Letzgo – e con i rappresentanti della politica e delle istituzioni organizzata presso la Biblioteca della Camera dei Deputati da Digiconsum, associazione attiva nella difesa dei diritti dei consumatori digitali, e Fleed Digital Consulting, azienda specializzata nella comunicazione web e nel monitoraggio della rete. Nel corso della giornata è stata inoltre presentata VieniViaConMe - Gli italiani e le nuove forme di mobilità condivisa, indagine realizzata da Fleed Digital Consulting che analizza le opinioni degli italiani sui temi del Car Sharing e del Car Pooling partendo dai commenti e dalle discussioni presenti in rete.

La ricerca, che si basa sul monitoraggio di un panel di oltre 100mila fonti web in lingua italiana, ha permesso di rilevare in otto mesi di analisi (da gennaio ad agosto 2015) oltre 106mila conversazioni sensibili tra UGC (Users Generated Contents, con particolare riferimento a contenuti Facebook e Twitter) e contenuti 1.0 (articoli pubblicati su testate web, blog, ecc.). Dallo studio emerge come gli utenti dimostrino di essere ben informati sulle offerte dei provider di settore e a proprio agio con le tecnologie della mobilità: molto frequenti infatti sono la condivisione di informazioni relative alla comparazione dei costi e l’iscrizione contemporanea ai servizi di più provider. L’analisi delle conversazioni online permette inoltre di individuare quelli che possono essere letti come veri e propri “appelli” rivolti dalla rete alle istituzioni e alle aziende.
 

Gli utenti giudicano l’attuale legislazione antiquata e sostanzialmente inadatta a regolamentare il fenomeno della mobilità condivisa. Nondimeno, è un auspicio della maggioranza di essi (oltre il 60% del totale) che vi sia un intervento organico e complessivo del legislatore volto a dare maggiore coerenza al contesto regolatorio e maggiore sicurezza al cittadino in ordine ai propri diritti e doveri. Si richiede inoltre un ruolo maggiormente attivo del Governo per rendere più completa l’offerta di servizi oggi polarizzata al Nord-Centro ed esclusivamente sui grandi “poli cittadini”, e una maggiore prontezza delle Amministrazioni Locali per colmare quelle che vengono viste come disparità centro-periferia nell’erogazione dei servizi di Car Sharing e Car Pooling.

Dal mondo dei forum e dei social media emerge, inoltre, il suggerimento alle imprese di fare maggior uso di quelle funzionalità di community, come ad esempio il “voting” e “l’indice di affidabilità condivisa”, che consentano agli utenti di “autogestirsi”, isolando i “guastatori” e, quindi, evitando che l’intero parco utenti sconti comportamenti scorretti o peggio fuorilegge. Questo naturalmente anche al fine di scongiurare l’eventualità di un “abbandono della città” da parte dei provider, ipotesi diffusa in rete dai media e commentata con molta preoccupazione dagli utenti. Molti suggerimenti sono anzi giunti in merito allo svolgimento da parte delle imprese di “sondaggi preventivi in rete” circa l’apertura al servizio di nuove aree geografiche. Altrettante richieste giungono per lo sviluppo di piani fedeltà con relativi sconti per “heavy user”, e per l’aggiornamento delle logiche del customer care, soprattutto in senso premiante per chi contribuisce con segnalazioni utili o comportamenti virtuosi.


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